Salvatore Buzzi e la segretaria di Ignazio Marino: affare da 10 mln (sfumato)

Salvatore Buzzi e la segretaria di Ignazio Marino: trattativa sui fondi sociali
Salvatore Buzzi e la segretaria di Ignazio Marino: trattativa sui fondi sociali

ROMA – Prima (cioè subito dopo che Buzzi è stato arrestato) non lo conosceva nessuno, ora viene fuori che non solo tutti i politici romani gli davano del tu ma, come segnala Carlo Bonini su Repubblica, “Salvatore Buzzi, in realtà, dell’amministrazione capitolina è stato non un interlocutore, ma un ingranaggio cruciale”. Dalle carte dell’inchiesta emerge un contatto diretto e prolungato con la segreteria del sindaco Ignazio Marino.

La vicenda riguarda l’intenzione della grande azienda francese Leroy Merlin di realizzare un punto vendita su terreni comunali a ridosso del campo nomadi de La Barbuta in zona Ciampino. Un progetto già intrapreso quando al Comune c’era Alemanno che prosegue con questa idea di fattibilità: la Leroy Merlin concederà 10 milioni di euro come investimento sociale in cambio di una riqualificazione dell’area. Buzzi fiuta le potenzialità dell’affare ma vuole che il progetto sia seguito tramite l’interlocuzione diretta del gabinetto del sindaco.

Il  22 settembre, alle 12.48, squilla il cellulare di Buzzi. Lo cerca Silvia Decina, capo della segreteria di Ignazio Marino. I due si danno del “tu”.
Decina: «Ciao Salvatore, sono Silvia Decina, il capo della segreteria di Ignazio Marino».
Buzzi: «Buongiorno Silvia».
Decina: «Ti volevo dire che Lionello (Cosentino, segretario Pd romano, ndr.) mi ha dato la documentazione per Ignazio sulla Leroy Merlin. Adesso Ignazio l’ha vista e sta facendo convocare una riunione di staff».
Buzzi: «Gli è piaciuta al Sindaco? ».
Decina: «Moltissimo. Tanto, ma proprio tanto. Però ha chiesto che la seguissimo noi qui direttamente dal Gabinetto, perché se inizia a passare per tutti gli assessorati non ne usciamo vivi con questo».
Entusiasta, Buzzi informerà Massimo Carminati. Che gli suggerisce il “pacco” da rifilare a Leroy Merlin e Comune una volta entrati nel progetto del centro commerciale: «Tu apri un finto cantiere. Poi, una volta che te portano via tutto, gli dici: “Mo io qui che faccio? Non posso lavora’. Quindi, dammi un altro posto”». Insomma, acquisire la licenza di costruire a Ciampino, al ridosso del campo nomadi, per poi scegliersi il posto in cui realizzare davvero le cubature previste dal progetto. (Carlo Bonini, Maria Elena Vincenzi, La Repubblica).

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