Salvini a Napoli Salvini a Napoli

Salvini a Napoli. Lavali col fuoco, scappano i cani? “Solo rivalità sportiva”. Pontida è uno stadio?

Scurdammoce ‘o passato sembra dire: passando per Napoli e sollecitato sui vecchi cori di insulti contro i napoletani il leader della Lega la fa facile.

“I vecchi cori della Lega? È stato già chiesto scusa”, ha detto ai cronisti Matteo Salvini a Napoli uscendo dalla visita al carcere di Secondigliano.

Salvini a Napoli: “Ci rivediamo al San Paolo”

Poi la ricostruzione avventurosa. “Un conto è la rivalità calcistica, un conto è la salute e il lavoro dei campani. Ci rivediamo al San Paolo per Napoli-Milan e vinca il migliore”.

Nel 2009, all’epoca dei fatti, il giovane Salvini, esponente rampante e già incline a interpretare i sentimenti più viscerali del popolo leghista, allora fieramente nordista, era meno diplomatico.

E poteva, senza troppe remore o scrupoli di correttezza politica, lanciare il coro insieme ai suoi fan. Non da una curva di uno stadio, ma da Pontida, il sacro prato della militanza federalista quando non secessionista. Un raduno politico.

Il coro della vergogna contro i napoletani: a Pontida

“Senti che puzza scappano anche i cani: sono arrivati i napoletani. Sono colerosi, terremotati, con il sapone non vi siete mai lavati”: questo l’ameno motivetto.

Non era discriminatorio e insultante, no, avevamo tutti frainteso, i napoletani per primi. Che, per sorprendente mancanza di spirito nella città di Totò, si erano sentiti offesi.

Dieci anni dopo, da quando la Lega ha staccato l’insegna del Nord, il coretto diventa goliardata ad uso e consumo dei tifosi di curva. Rivalità sportiva, tutto qua.

“Ma mi faccia il piacere!”. Non avete sentito anche voi, o è una voce che viene da dentro?

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