Salvini: “Alcune scorte sono vecchie di 15 anni. Tra una settimana decido…”

Salvini: "Alcune scorte sono vecchie di 15 anni. Tra una settimana decido..."
Salvini: “Alcune scorte sono vecchie di 15 anni. Tra una settimana decido…” (Ansa)

ROMA – “Ho sulla scrivania una revisione della modalità di gestione delle scorte perché sono più di 2mila gli uomini in divisa al giorno che proteggono Tizio o Caio. Il ministro ovviamente non fa scelte politiche, per cui io non dirò toglietela a Tizio o a Caio, però ci sono alcuni provvedimenti di scorta che sono vecchi di 10-15 anni che non hanno più alcun senso e sicuramente recupereremo poliziotti e carabinieri. Entro la settimana prossima firmerò questo provvedimento”. Queste le parole del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, a Radio Anch’io.

Pochi giorni fa era stata sospesa la revoca della scorta al giornalista Sandro Ruotolo. Lo ha annunciato con un tweet lo stesso Ruotolo: “Anche se non ho ricevuto ancora una comunicazione formale è tutto vero. È stata sospesa la revoca della mia scorta. Dal 15 febbraio non sarei stato più protetto. La scorta resta. Gli organi preposti dovranno quindi rivalutare la mia situazione e decidere di conseguenza”. 

Alcuni giorni fa il ministero dell’Interno aveva deciso di togliere la scorta al giornalista, minacciato dalla camorra per le sue inchieste. La notizia era stata diffusa dall’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, e aveva avuto come replica una salva di critiche, a cominciare da quelle di esponenti di M5s, partner di governo di Matto Salvini, guidati dal presidente della Commissione antimafia Nicola Morra.

“Hanno tolto la scorta a Sandro Ruotolo, giornalista da sempre impegnato in inchieste sulle mafie”, ha detto Orlando (Pd), che ha subito sollevato un dubbio: Ruotolo è “anche il giornalista che si è occupato della ‘Bestia’,il dispositivo propagandistico del ministro dell’Interno. Casualità?”.

Dopo Morra diversi altri parlamentari pentastelalti avevano fatto sentire la propria voce, da Vittoria Baldino a Stefania Ascari, fino alla presidente della Commissione Giustizia della Camera, Giulia Sarti. Oggi l’annuncio della marcia indietro. 

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