ROMA – “Scusi, lei spaccia droga?”: la citofonata in diretta facebook di Salvini all’indirizzo della famiglia del presunto pusher, un minore di origine tunisina, quante leggi viola? Al di là delle valutazioni soggettive, e politiche, l’iniziativa non è solo irrituale anche per un corsaro delle campagne elettorali.
La Costituzione, il diritto alla privacy, la tutela dei minori e perfino la deontologia professionale (“quand’ero giornalista mi divertivo a fare ‘ste cose”) parlano chiaro per tutti. Non evidentemente per Salvini. Per non parlare della gogna nei confronti di una comunità straniera come quella tunisina (ha protestato anche un rappresentante del parlamento tunisino denunciando l’intento discriminatorio).
Art. 14 Costituzione: il domicilio è inviolabile
Che diritto aveva il politico Salvini di improvvisare un tentativo di ispezione mirata? Nessuno, secondo l’articolo 14 della Costituzione italiana. Che prescrive: “il domicilio è inviolabile. Non vi si possono eseguire ispezioni o perquisizioni o sequestri, se non nei casi e modi stabiliti dalla legge secondo le garanzie prescritte per la tutela della libertà personale”.
Salvini non è entrato in casa ma questo voleva fare, “in qualità di cittadino”, ha detto. Ebbene, non basta. Non è un pubblico ufficiale, né un magistrato, nemmeno un agente della polizia giudiziaria. Non aveva titolo, l’iniziativa non rientra nei modi stabiliti né rispetta le garanzie prescritte.
Il rispetto della privacy non è facoltativo
Intanto Salvini mostrava il nome sul citofono in diretta social e alla presenza di telecamere e taccuini. Cioè diffondeva illecitamente urbi et orbi dati sensibili come il nome, l’età, la nazionalità del ragazzo.
Il Salvini giornalista dovrebbe invece conoscere i limiti imposti alla professione. Il codice deontologico parla di tutela del minore e tutela della dignità delle persone.
Ha tutelato la dignità del ragazzo, minorenne, presentandolo come uno spacciatore? Indicandone il nome, l’indirizzo, l’età e l’origine? La presunzione di innocenza – un obbligo per i giornalisti come per chiunque – non vale per il tunisino? (fonti Ansa, La Repubblica)