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Salvini denuncia don Giorgio De Capitani: “Mi ha augurato la morte, deve chiedere scusa”

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Matteo Salvini (Foto Ansa)

LECCO –  “Mi stupisce che nessuno all’interno della chiesa abbia preso provvedimenti. Quando auguri la morte a una persona e la insulti chiedi scusa”: Matteo Salvini a ruota libera contro don Giorgio De Capitani, il sacerdote denunciato per diffamazione dal leader della Lega.

Nel mirino dell’ex vicepremier quattro articoli pubblicati sul blog del sacerdote il 4 e 26 marzo 2015 e il 4 ottobre sempre dello stesso anno e a un video più recente, sempre postato sul suo sito. In quest’ultimo, don Giorgio diceva: “Se come dice Salvini bisogna difendersi dai ladri, uccidendoli, siccome lui è il più grande ladro della storia della democrazia, perché non ucciderlo”.

Al tribunale di Lecco per l’udienza, Salvini ha duramente criticato De Capitani: “Siamo in Italia e mi rivolgo alla giustizia italiana, poi c’è la giustizia divina e il Signore giudicherà tutti e anche me che sono un peccatore. Domenica costui porta la parola del Signore e non penso che il Signore sia fiero di avere come portavoce uno come don Giorgio. Accetto critiche e insulti da tutti, ma non da un prete”.

“Quando auguri la morte a una persona e la insulti chiedi scusa – ha aggiunto il leader della Lega – una persona normale ed educata fa così, ma quando uno da quattro anni continua a vomitare insulti provo pietà umana, perché teoricamente dovrebbe essere lui a distribuire parole di saggezza e di amore e non dare della merda a uno augurandogli la morte. Se non chiede scusa spontaneamente – aggiunge l’ex ministro – qualcuno glielo farà fare, del resto nella vita si sbaglia, basta chiedere scusa ed è finita lì” . “Se io do della me*** a qualcuno è colpa mia, non di chi viene insultato. Vi sembra normale che un prete auguri la morte a qualcuno? Uno che dà la comunione e perdona i peccati e dice a un altro che è una merda e gli augura la morte?”.

Comunque, secondo Salvini, che ha querelato don Giorgio, “occuparsi di un prete che dà del pezzo di me*** al prossimo non è il modo migliore per impegnare le aule di giustizia, basta che uno chieda scusa e dia qualcosa in beneficienza ed è finita là. Qualcuno deve dirgli che non è educato, men che meno da parte di un prete, insultare il prossimo”. “Da un parroco mai – ha detto Salvini davanti al giudice – da un avversario politico sì, ma da un prete no”.

Alla domanda postagli a margine dell’udienza se non ritiene di doversi rivolgere al tribunale ecclesiastico Salvini ha replicato: “Mi stupisce che nessuno abbia preso provvedimenti, se per loro è normale che qualcuno con abito talare possa usare certi termini, non mi permetto di giudicare la Chiesa, ma da cattolico penso che non sia bello farlo”. “Da uno che la domenica officia la messa mi aspetto parole diverse, da avversari politici ci sta, a volte anche qualche insulto, ma non è normale che un prete scriva pezzo di merda nel suo blog”.

Lo stesso don Giorgio ha commentato così il rinvio del processo in cui è imputato all’11 novembre: “Sono arrabbiato per l’ennesimo rinvio, ho 80 anni e questa settimana devo essere operato. E’ da due anni che vengo in Tribunale e viene sempre rinviato tutto. Questa non è giustizia”. (Fonti: Agi, Ansa)

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