San Lazzaro di Savena, sms con minacce al sindaco Isabella Conti

San Lazzaro di Savena, sms con minacce al sindaco Isabella Conti
San Lazzaro di Savena, sms con minacce al sindaco Isabella Conti

BOLOGNA – Sms e messaggi fatti arrivare per vie traverse. Messaggi inquietanti come “vuole passare un guaio?”. Per questo la Procura di Bologna sta valutando alcuni sms ricevuti dal sindaco di San Lazzaro di Savena, Isabella Conti, che a metà dicembre aveva denunciato di aver ricevuto forti pressioni dopo la bocciatura di un importante progetto edilizio nel Bolognese approvato dalla giunta precedente.

Il primo cittadino avrebbe infatti ricevuto dei ‘consigli’ via sms – anche dopo aver sporto denuncia – da alcune persone del mondo della politica: nei messaggi si consigliava al sindaco di valutare la sua decisione, per evitare eventuali problemi di equilibri politici in seguito al fermo dei lavori e per non rischiare azioni di risarcimento danni.

L’inchiesta, per il momento conoscitiva e senza ipotesi di reato, è sul tavolo del procuratore aggiunto Valter Giovannini. Alcuni giorni fa il sindaco è stato sentito dai carabinieri del Nucleo investigativo e ha formalizzato la denuncia, facendo nomi e cognomi degli autori delle pressioni, al limite delle velate minacce. Si tratterebbe di persone del mondo della politica e dell’imprenditoria.

Al centro dell’inchiesta ci sarebbe anche una frase velatamente minacciosa riferita al sindaco: sarebbe stata pronunciata da un professionista vicino al Pd (partito a cui appartiene anche il primo cittadino) che l’avrebbe detta a una dipendente comunale. Il progetto al centro delle pressioni riguarda un insediamento urbano da 582 alloggi, più una scuola e un centro sportivo, che sarebbe dovuto sorgere a Idice, fra via Palazzetti e via Fondè. Varato dalla giunta precedente, guidata da Marco Macciantelli, ora stoppato attraverso una delibera con cui è stato avviato il procedimento di decadenza del Poc, il Piano operativo comunale. La decisione, formalizzata a fine novembre, aveva innescato le proteste dalla cordata di cooperative che dovevano realizzare l’insediamento. .

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