Sanità Puglia, Vendola: “Il nemico è Fitto che cova vendetta verso di me”

Pubblicato il 22 Settembre 2010 - 20:00 OLTRE 6 MESI FA

Il governatore della Puglia, Nichi Vendola

”Il nemico è naturalmente il leghismo che odia il Sud, ma è anche il ministro Fitto che pensa di scaricare sulla Puglia le vendette che lui cova nei miei confronti”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola (Sel), parlando durante il Consiglio regionale della Puglia sul piano di rientro dal deficit sanitario e sul blocco del processo di internalizzazione e stabilizzazione dei lavoratori precari della sanità.

”Il governo centrale – ha spiegato Vendola – ci impone di bloccare i processi di internalizzazione e stabilizzazione dei lavoratori esternalizzati, cioè ci impone di bloccare un processo virtuoso che portava all’emersione il lavoro talvolta semischiavistico; portava a legalità ciò che troppo spesso è confinato nel buio, restituiva diritti ai lavoratori, e ci consentiva di risparmiare e di migliorare la qualità del servizio”.

”Questo – ha sottolineato – è il punto per cui io denuncio nel centrodestra pugliese una specie di intelligenza del nemico. E’ un atteggiamento davvero drammatico. Ora ognuno si deve assumere le proprie responsabilita’: noi ci assumiamo quella di vivere un passaggio cosi’ doloroso, pero’ dobbiamo raccontare la verita’ di quello che sta accadendo”.

Il Consiglio regionale della Puglia ha esaminato oggi 22 settembre gli adempimenti necessari per ottenere il via libera dal governo al piano di rientro sanitario: i tre articoli del disegno di legge all’esame dell’assemblea regionale bloccano infatti le internalizzazioni, il turn-over del personale sanitario e i rimborsi extra-tetto alle cliniche private. Si tratta di tre adempimenti che sono considerati dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e dalla sua giunta il ”tributo” da pagare al governo nazionale per ottenere il via libero definitivo al piano che consentira’ alla Regione Puglia di evitare la sanzione da 500milioni sul riparto del Fondo sanitario.

Le norme in discussione modificano le leggi regionali in materia che il governo aveva impugnato davanti alla Corte Costituzionale. Davanti alla sede del Consiglio regionale, in via Capruzzi, hanno protestato, bloccando il traffico, delegazioni del personale precario in servizio nelle imprese fornitrici delle Asl. Si è trattato complessivamente di circa 2.200 lavoratori della Asl di Bari (compreso il policlinico) e di altri 5.000 in tutta la Puglia, persone che, con l’approvazione dello stop alle internalizzazioni, vedono svanire il loro sogno di un posto fisso di lavoro.

Il secondo articolo del ddl all’esame del Consiglio vieta ai manager delle Asl (sino al 2012) di coprire i posti vuoti con assunzioni e il terzo articolo vieta il rimborso di prestazioni extra-tetto alle cliniche private. Per l’opposizione di centrodestra – guidata dal capogruppo del Pdl, Rocco Palese, la giunta Vendola deve ormai ”prendere atto del fallimento” della gestione della sanita’ in Puglia.