Sanità Tedesco ricorre in Cassazione. Intercettazioni: lo 'statuto' del sodalizio

BARI, 9 AGO – L'avvocato difensore del sen. Alberto Tedesco, Rosita Petrelli, ha annunciato ricorso per Cassazione contro il provvedimento del Tribunale del riesame di Bari che ha riconosciuto la fondatezza dell'accusa di associazione per delinquere mossa dalla Procura e precedentemente rigettata dal gip.

Solo dopo il responso della Cassazione, pertanto, il Senato potra' tornare ad esprimersi sull'autorizzazione a procedere all'arresto, gia' negata il 20 luglio scorso quando il parlamentare rispondeva solo di concussione, abuso d'ufficio, turbativa d'asta e concorso in falso.

he il sen.Alberto Tedesco (ex Pd, ora gruppo Misto) per la Procura di Bari fosse a capo di un sodalizio criminale che manovrava la sanita' pugliese lo si evince da una conversazione ambientale registrata nel suo ufficio quando era l'assessore regionale al settore e che fa parte del fasciscolo con il quale il Tribunale del riesame ha chiesto ieri al Senato l'autorizzazione ad arrestare il parlamentare e di porlo ai domiciliari con l'accusa di associazione per delinquere.

21 novembre 2008: un uomo dall'accento leccese (non identificato) – scrivono i giudici – ''declamava a Tedesco quello che puo' essere definito lo statuto dell'associazione per delinquere, teorizzando che attraverso nomine di persone di propria fiducia nelle istituzioni pubbliche, perpetuando di fatto una politica di occupazione delle poltrone, sarebbe stato garantito un bacino di voti idoneo ad assicurarsi la prossima campagna elettorale''. Ecco il testo: ''Tu ti prendi…non sto scherzando, 10, 15, 20 mila voti in più…oltre a quelli che prendi normalmente…e devi avere un collegamento in ogni Asl e in ogni ospedale…cioe', tu ti sei creato una rete di persone…questa rete sarà l'intelaiatura della tua campagna elettorale".

In un'altra registrazione ambientale (13 novembre 2008) Tedesco parla con due dirigenti della Asl di Bari della stabilizzazione di un'impiegata, la cui identità non è stata accertata. Il parlamentare – rileva il Riesame – ''con forza ribadisce: tu forse non hai capito! Le dobbiamo stabilizzare tutte. Le dobbiamo stabilizzare, lo dico al direttore, al vicedirettore, al condirettore, fategli una cosa! Chi verrà mai a vedere le carte!''.

''Emerge evidente da questo colloquio – sottolineano i giudici – non solo l'assoluta tracotanza di poter impunemente violare la legge nella presunzione di non essere soggetto ad alcun controllo, ma anche e soprattutto il potere derivante dalla disponibilita' di una struttura amministrativa asservita a quel modus operandi''

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