ROMA – “Se non fosse drammatica la situazione di oggi, ci sarebbe da ridere. Ci sono milioni di persone in movimento, non si può pensare di risolvere il problema evitando lo sbarco di 40-50 persone, siamo un po’ alla farsa“. Rispondendo alle domande dei cronisti durante la presentazione del Festival di Sanremo, Claudio Baglioni prende posizione sul tema migranti e lo fa contro il ministro degli Interni Salvini.
“Credo che le misure prese dall’attuale governo, come da quelli precedenti, non siano assolutamente all’altezza della situazione. Ormai è una grana grossa: se la questione fosse stata presa in considerazione anni fa, non si sarebbe arrivati a questo punto. Il Paese è terribilmente disarmonico, confuso, cieco quasi nella direzione da prendere”, sottolinea Baglioni, per dieci anni anima di O’Scià, la manifestazione di arti e musica leggera svoltasi a Lampedusa per sensibilizzare sui temi della migrazione.
“Già 25 anni fa – ricorda – sull’isola si avvertiva quello che sarebbe diventato il fenomeno degli sbarchi, degli arrivi per mare. L’intenzione della mia manifestazione e degli oltre 300 artisti che hanno partecipato era quella di dire: noi siamo preoccupati per il fatto che ci siano viaggi per mare irregolari. Ci auguravamo appunto che il movimento non cadesse in mano all’illegalità, allo sfruttamento, alla non gestione”. E invece “la classe politica e forse anche l’opinione pubblica hanno mancato: è stato un disastro culturale e gestionale con ripercussioni gravissime: oggi il nostro Paese è incattivito, rancoroso, nei confronti di qualsiasi ‘altro’, visto come un essere pericoloso. Ormai guardiamo con sospetto anche la nostra ombra”.
Quest’anno, sottolinea ancora Baglioni, ricorre anche ilo 30/o anniversario della caduta del muro di Berlino: “In quel momento il mondo ha pensato di essere felice insieme, ora invece stiamo ricostruendo i muri, non li abbiamo mai abbattuti. E non credo che questo faccia la felicità degli esseri umani”. In questo contesto al festival di Sanremo, promette il direttore artistico, “ci attaccheremo all’idea del divertimento, della leggerezza e del correrci incontro, come fanno tutti gli eserciti di buona volontà. I fanti sono altri, quelli che tutti i giorni si dedicano al prossimo. Gli artisti possono essere almeno i trombettieri di qualche buona battaglia”.
Baglioni spiega: “Non credo che un dirigente politico di oggi abbia la capacità di risolvere il problema, ma almeno serve la verità di dire: è un grave problema, dobbiamo tutti metterci nella condizione di risolverlo”.
Baglioni quindi parla del Festival, arrivato all’edizione numero 69: “La prossima sarà l’edizione 69 del festival di Sanremo. Il 69 richiama la simmetria del sincronismo. Cerco sempre significati per le mie scelte, e dunque quest’anno sarà l’armonia al festival, come risultato, come approdo, come percorso per sposare elementi molto lontani tra loro. Il 69 richiama anche lo ying e lo yang, l’avvicinamento degli opposti, che insieme formano l’accordo. Per questo ho voluto accanto a me fratello Sole e sorella Luna, Claudio Bisio e Virginia Raffaele”.
“Da parte nostra non c’è stata nessuna censura sulle canzoni presentate”, ha detto poi Claudio Baglioni, rispondendo a una domanda sull’esclusione del brano sulla pedofilia di Pier Davide Carone, che ha mobilitato i social.
“Mi dispiace per la polemica che si è creata intorno all’esclusione di Carone insieme ai Dear Jack. Non c’è stata nessuna intenzione censoria. Quella che abbiamo stilato è sicuramente una graduatoria opinabile, ma del resto l’infallibilità non esiste. Mi è costato dire di no”.