CAGLIARI – L’esempio della Sardegna insegna che sono tanti gli italiani che vogliono la chiusura della Province: un chiaro messaggio al governo di Mario Monti. Infatti i cittadini sardi hanno votato “sì” all’abolizione di Ogliastra, Medio-Campidano, Carbonia-Iglesias e Olbia-Tempio Pausania. E’ stato il responso di uno dei referendum (in tutto 10) per cui si è votato in Sardegna domenica 6 maggio.
Il decreto Salva Italia aveva mantenuto in vita le Province, ritardandone di fatto l’abolizione. Questo vuol dire che lo Stato non ha potuto risparmiare quei soldi che sono necessari per mantenere in vita questi enti.
Quanti soldi? Il conto l’ha fatto Sergio Rizzo sul Corriere della Sera: Il caso scuola è quello di Carbonia-Iglesias, i cui 23 Comuni appartenevano in precedenza a Cagliari. Già nel 2007 il bilancio preventivo della Provincia prevedeva un costo di 30 milioni di euro. La cosa assurda, secondo Rizzo è che “contemporaneamente, anziché diminuire, le spese della Provincia cagliaritana che aveva perduto tutti quei municipi erano invece salite a 172 milioni dai 133 del 2005”.
Infine Rizzo scrive quanto sono grosse (anzi, piccole) queste province e quanti consiglieri vi sono in ognuna di esse: La più grande, Olbia-Tempio Pausania, ha 157 mila abitanti. La più piccola, Ogliastra, non arriva a 58 mila. Ci abita meno gente che nel Comune di Fiumicino. Ma non basta. I consiglieri provinciali sono cento. Ognuna di queste quattro Province ha poi addirittura due capoluoghi, con situazioni ai confini della comicità. Prendiamo l’ Ogliastra: a Tortolì, 10.838 abitanti, ha sede il consiglio provinciale; a Lanusei, 5.655 anime e 19 chilometri di distanza, si riunisce invece la giunta
I commenti sono chiusi.