TREVISO – La Dda di Palermo aveva disposto l‘arresto perché sospettato di essere uno degli scafisti che trafficano esseri umani tra Italia e Libia. Ma al giudice di Treviso gli atti sono giunti incompleti e così è stato scarcerato. Il caso svelato dalla Tribuna di Treviso ha fatto infuriare il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che è subito andato all’attacco del governo, parlando di “ennesimo fallimento”.
“Il magistrato di Treviso – commenta in una nota il governatore – ha diritto di ricevere dal collega siciliano tutti gli atti nella loro completezza. La vicenda è la conferma (se ancora ce ne fosse stato bisogno) del fallimento totale del sistema di accoglienza predisposto da questo Governo, che riempie alberghi, caserme, appartamenti, di fantasmi senza nome né storia. Un Governo che impiega anche 18 mesi per identificare gli immigrati, senza riuscire a distinguere chi ha diritto e chi no, a una accoglienza”.
Lo scafista, ospitato a Treviso in una struttura Caritas e arrestato una settimana fa, sarebbe stato subito liberato dal giudice per incompletezza degli atti inviati nella Marca dalla Dda di Palermo che ne aveva disposto il fermo.
“Servono leggi chiare, semplici – incalza Zaia – che consentano a magistrati inquirenti di agire in fretta, senza incertezze o interpretazioni contro chi approfitta dell’ospitalità offerta per altri obiettivi.. Non va più tollerata alcuna discrezionalità che spalanchi le porte a chi non ha altro scopo se non finire nelle file del lavoro illegale, della criminalità o, peggio, fra chi progetta atti terroristici”.
Zaia ricorda le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che nel suo discorso di fine anno ha chiesto accoglienza per “chi ne ha davvero diritto”, rimpatriando celermente chi invece giunge in Italia “solo per cercare fortuna o essere reclutato dalla malavita. E non dopo 18 mesi e una infinita serie di ricorsi contro l’espulsione”.