Scajola si dimette, Berlusconi punta alla tenuta della maggioranza

Claudio Scajola

Dopo le dimissioni, sofferte e amare, di Claudio Scajola per Silvio Berlusconi la priorità è tenere unita la maggioranza, fare quadrato e derubricare le divisioni interne a semplici scambi di opinioni democratiche. L’unico modo per farlo, starebbe ragionando in queste ore il premier, è tenere per sè il ruolo di guida. Quel ruolo tante volte contestato da Gianfranco Fini.

L’addio di Scajola. Oggi, intanto, si sono abbracciati, Silvio Berlusconi e Claudio Scajola, dopo l’incontro affettuoso nello studio del premier a palazzo Chigi. “Vedrai, potrai difenderti meglio. E se dimostrerai la tua estraneità, se ne esci pulito come io credo penso ad un ruolo forte per te nel partito”, non ha fatto mancare la sua solidarietà il premier, che pur essendo “molto dispiaciuto” stavolta non ha potuto che accettare le dimissioni del suo ministro.

E addirittura c’é chi nella maggioranza non dà credito alla versione di dimissioni decise al mattino dal ministro, turbato dalla lettura dei giornali (compreso ‘Il Giornale’ e ‘Libero’) e crollato di fronte a diverse “ricostruzioni giornalistiche contraddittorie”. Sarebbe stato invece Berlusconi, si riferisce, ad indicare la via delle dimissioni come unica possibile a Scajola, rientrato in fretta dalla missione in Tunisia.

Dubbi sul sostituto. In ogni caso il premier in queste ore avrebbe in mente ben altre priorità, piuttosto che la immediata decisione sulla possibile sostituzione del ministro per lo Sviluppo Economico, per la quale pare si prenderà qualche giorno tenendo per sé l’interim. Il nome di Paolo Romani, viceministro alle Comunicazioni è il più accreditato per il ministero di Via Veneto. Ma il premier sa che liberando il posto di Romani, potrebbe risvegliare l’appetito della Lega e non vuole in alcun modo che alle Comunicazioni vada un esponente che non sia di Forza Italia.

Quanto alla sostituzione di Scajola, oltre alla solita girandola di nomi, è circolata anche l’idea dello ‘spacchettamento’: allo Sviluppo economico l’attuale sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto, all’Energia e al nucleare Guido Possa, compagno di scuola del Cavaliere e suo attuale consigliere sull’energia. Ma sarebbe miope pensare che sia questa, ad oggi, la principale preoccupazione del premier.

Fare quadrato nella maggioranza. “Dobbiamo capire come si definisce il quadro politico e stare all’erta rispetto a nuovi travolgimenti giudiziari – riflette Berlusconi con alcuni interlocutori in queste ore – Dobbiamo fare quadrato, serrare le fila, stringerci intorno al fortino perché la situazione si è complicata e serve una grossa riflessione sulla tenuta della maggioranza, sui rapporti con Fini che sono diventati molto complessi e sulle scelte da fare”.

Serrare le fila, dice il premier. Convinto che le uscite di Fini sulla legalità, quel battere il tasto del presidente della Camera sul tema della giustizia, quell’insistenza dei finiani sul ddl corruzione, non siano casuali.

“E’ finito il tempo dei marescialli e dei generali e ora tocca al comandante supremo scendere in campo”, ragiona perciò Berlusconi avocando a sé il ruolo di guida. Quanto a Scajola, oggi certo Berlusconi gli ha manifestato stima, affetto, solidarietà. Condannando insieme al suo ex ministro le sentenze mediatiche che possono travolgere chi neppure è indagato dai giudici.

Tuttavia Scajola, che fino a ieri sera diceva che non avrebbe mollato a meno di una diretta richiesta del premier, si è sentito anticipare dal Cavaliere che una nota avrebbe seguito il loro incontro, ratificando le dimissioni. “Il ministro Scajola ha assunto una decisione sofferta e dolorosa – ha infatti dichiarato di lì a poco Berlusconi – che conferma la sua sensibilità istituzionale e il suo alto senso dello Stato, per poter dimostrare la sua totale estraneità ai fatti e fare chiarezza su quanto gli viene attribuito. Al ministro Scajola va l’apprezzamento mio e di tutto il governo per come ha interpretato il ruolo di ministro dello Sviluppo Economico in una fase difficile e delicata che, anche grazie al suo contributo, l’Italia sta superando meglio di altri Paesi”.

Parole confermate in francese dal presidente del Consiglio incontrando più tardi il presidente del Ppe Joseph Daul: “Oggi si è dimesso un ministro molto capace”, ‘tres capable’.

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