Scajola: "Non farò agguati a Berlusconi ma il Pdl va cambiato"

ROMA – ''Penso ancora che serva una grandissima svolta, che non si possa proseguire sottovalutando la situazione'', ma ''penso anche che, come dimostra la lettera a Bruxelles e il lavoro che si sta mettendo in campo in queste ore, Berlusconi sia consapevole della difficoltà del momento che viviamo''. Lo dice in un'intervista al Corriere della Sera il deputato del Pdl Claudio Scajola, sottolineando che da parte sua non farà ''mai'' qualcosa per far cadere il governo Berlusconi.

Sta al premier decidere se fare o meno un passo indietro, spiega, ''o ritiene che si possa venir fuori dalle secche indicando un altro premier oppure, se, come mi sembra abbia deciso, pensa di essere l'unico in grado di garantire forza e coesione della maggioranza, deve imprimere una grandissima svolta all'attività del governo. E il primo a doverci credere fino in fondo è lui''. ''Sbaglia chi pensa che il premier debba lasciare Palazzo Chigi attraverso imboscate o facendogli mancare una manciata di voti in Parlamento''.

Per l'ex ministro nel Pdl ''oggi serve accanto a un organismo di vertice con tutti gli esponenti più rappresentativi un organo più ristretto per svolgere compiti operativi dove viga la regola dell'incompatibilità tra cariche di governo e di partito. E credo che la stessa regola debba essere operativa prima di svolgere i congressi provinciali''.

La Russa, prosegue, ''è ancora coordinatore ma non esercita il suo ruolo in maniera particolare, comunque avrei preferito che con il passaggio alla segreteria Alfano si fosse ridisegnata l'architettura complessiva dei vertici del partito, perché è una fase chiusa''.

Il governo, aggiunge, deve provare ad attuare il programma contenuto nella lettera alla Ue, magari arricchendo il piano ''con proposte condivise, per la crescita: penso alla detassazione dei capitali di chi investe in un'impresa, a regole per impedire i pagamenti ritardati. E di sicuro dobbiamo cercare di allargare la base parlamentare''.

Una strada, conclude, ''è quella di lanciare davvero la Costituente dei Moderati, per arrivare a un nuovo partito in un paio d'anni. Incontrandoci sui contenuti con mondi come quello cattolico e laico che chiedono di partecipare, potremo trovare anche convergenze con i centristi in Parlamento sulle cose, nell'interesse dell'Italia. Apriamo a proposte come quella di Ichino sull'articolo 18, non tifiamo per una rottura del fronte sindacale, cerchiamo sempre la massima condivisione prima di operare le nostre doverose scelte''.

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