ROMA – “Il Comune di Roma non va sciolto“, dice Maria Elena Boschi, ministro delle riforme, il giorno dopo la richiesta di dimissioni del sindaco Ignazio Marino da parte di M5s e Forza Italia. C’è tensione al Campidoglio per lo scandalo del “Mondo di mezzo“, ma nonostante la Boschi tenti di placare gli animi, il prefetto Giuseppe Pecoraro precisa: “Le ipotesi ora sono tre e una è proprio lo scioglimento del Comune di Roma per mafia”.
La Boschi la mattina del 7 dicembre ha dichiarato:
“È giusto individuare le responsabilità ma attenzione a tirare in mezzo il Comune di Roma, per arrivare al commissariamento ci vogliono estremi di legge precisi e qui non ci sono estremi. Marino deve restare e governare bene”.
Questo il parere della ministra, mentre gli assessori Pd coinvolti nelle indagini si sono auto-sospesi dagli incarichi. E se la Boschi esclude lo scioglimento, il prefetto Pecoraro è una possibile alternativa da non escludere:
“Per Roma potrebbero esserci tre ipotesi, dopo la valutazione delle carte dell’inchiesta: o un accesso agli atti, o lo scioglimento o una terza via che prevede di non intervenire essendo in corso l’attività giudiziaria. Lo scioglimento del Comune di Roma per mafia quindi è una delle tre ipotesi che valuterò con Alfano”.
Il prefetto avrebbe già mandato i suoi ispettori nella sede del Comune di Roma, ma dal Campidoglio dicono:
“Gli ispettori del prefetto non sono arrivati; sindaco e prefetto si vedranno martedì. Lo stesso giorno in cui Pecoraro incontrerà il ministro dell’Interno Alfano per valutare proprio l’ipotesi di sciogliere il Comune per infiltrazioni mafiose o affidarne il commissariamento, forse, allo stesso Ignazio Marino”.
Pecoraro intanto si è detto “molto preoccupato per il livello delle imputazioni” e sulle misure da prendere precisa:
“La procedura prevede che io mi confronti con il ministro dell’Interno, il quale potrebbe poi portare la questione al Consiglio dei ministri per l’eventuale scioglimento del Comune”.
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