Scandalo Roma, prefetto vuole mettere scorta a Ignazio Marino: niente più bici

di redazione Blitz
Pubblicato il 4 Dicembre 2014 - 19:23 OLTRE 6 MESI FA
Scandalo Roma, prefetto vuole mettere scorta a Ignazio Marino: niente più bici

Ignazio Marino (Lapresse)

ROMA – Il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, vuole mettere sotto scorta il sindaco di Roma, Ignazio Marino. “In un momento così complesso – ha detto uscendo dal Campidoglio al termine di un incontro col primo cittadino-  dobbiamo garantire la sicurezza del sindaco Marino che va protetto”. Ma, è la condizione insindacabile imposta dal prefetto, Marino “dovrebbe rinunciare a girare con la sua bicicletta”.

Pecoraro spiega che i timori sono fondati perché ci sarebbero,

intercettazioni con insulti e minacce che confermano che un’esposizione del sindaco c’è e va valutata con le altre forze dell’ordine. Il sindaco è un’istituzione e va protetto”.

Aveva allora ragione Alberto Statera, sul quotidiano la Repubblica del 4 dicembre, a domandarsi se il caso della Panda rossa di Marino, non fosse in realtà un’operazione studiata a tavolino dagli affiliati della presunta cupola di Mafia Capitale, che non avevano gradito un no di troppo da parte del sindaco

“Un dubbio nasce ora che i magistrati hanno scoperchiato scientificamente il termitaio – scrive Statera – non sarà che la campagna della Panda Rossa contro il sindaco Ignazio Marino, fomentata a destra e a sinistra, nasce nelle spire del Mondo di mezzo che non ha gradito qualche altolà? Perché Marino non sarà il miglior sindaco possibile per la capitale d’Italia, è alquanto gaffeur e certe volte sembra il cugino di Forrest Gump. Ma non è uomo di malaffare”.

Il Comune di Roma, Pecoraro al momento lo esclude, non verrà sciolto per mafia:

“Noi dobbiamo esclusivamente pensare che prima di tutto Roma è la Capitale e rappresenta il Paese. Ci sono dei fatti spiacevolissimi ma nello stesso tempo bisogna fare una terapia. E questa terapia, ho detto al sindaco, sarà necessaria. Vediamo come farla”.

Marino intanto ha iniziato la caccia alle mele marce:

“Ho chiesto al Prefetto di avere tutti gli strumenti che lui può mettere a nostra disposizione, sia in termini di risorse umane che tecnologiche, per valutare se all’interno dei nostri palazzi ci sono altre mele marce”.

Quanto alla scorta, dice, ci sta pensando:

“Il prefetto è preoccupato per la mia incolumità personale e mi ha chiesto di rinunciare ad andare in bicicletta e ad accettare la protezione che ho sempre rifiutato. Gli ho risposto che voglio pensarci perché per me non è facile rinunciare alla libertà di potermi muovere come un normale cittadino”.