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Pd, Pdl e Monti sventolano scheda bianca. M5S vota i suoi. Oggi fumata nera

di Warsamé Dini Casali |5 Ottobre 2022 14:58

ROMA – Camere, oggi sicura fumata nera. Pd e Pdl sventolano scheda bianca. Il Parlamento riparte nel caos: per oggi è facile prevedere una sicura fumata nera per l’elezione dei presidenti delle Camere. Il tentativo, giudicato quasi all’unanimità disperato, del segretario Pd Pieluigi Bersani beneficerà di un giorno di respiro in più, guadagnerà un giorno in più di trattative: i democratici voteranno scheda bianca al primo giro sia alla Camera (dove già dalla terza seduta possono eleggersi il proprio candidato) sia al Senato (dove dal 4° scrutinio viene eletto chi ottiene la maggioranza relativa senza contributo di chi si astiene, perché vale come voto contrario). Vediamo le forse rappresentate in parlamento come si dispongono.

Pd + Sel. Bersani si è assunto l’onere di cercare un accordo con il MoVimento 5 Stelle. “Mission impossible”, secondo tutti gli analisti, una speranza per un vero cambiamento per chi si accontenta di un programma stringato con poche ineludibili riforme e non contempla nemmeno per idea un coinvolgimento di Berlusconi. Bersani tratta fino in fondo, concedendo che “se costretti, faremo da soli”. Ma, nel partito, divampa l’attivismo delle correnti, mentre si attende solo il momento in cui il segretario prenderà atto che non può continuare a sbattere la testa contro il muro di Grillo. Aspetta sulla riva del fiume Renzi, contrario a regalare un’aula ai Grillini senza chiarezza o corrispettivi politici spendibili. Sotterraneamente lavorano alacri quelli convinti che ala fine un qualche compromesso con Pdl e montiani sarà inevitabile (il nome che più circola è quello del solito D’Alema).

MoVimento 5 Stelle. NO a caratteri cubitali a qualsiasi fiducia a governi con questi partiti: Grillo e Casaleggio hanno minacciato di uscire dalla politica in caso di accordi. Anatema e scomunica preventivi per chi decidesse in autonomia sfruttando le prerogative che la Costituzione gli offre (niente vincolo di mandato). I candidati di M5S sono Roberto Fico per la Camera e Luis Orellana per il Senato. Piccolo spiraglio in mattinata: a proposito di un incontro tra il Movimento 5 Stelle e il Partito democratico: “Potrebbe ancora succedere, anche in Aula”, ha detto Luis Alberto Orellana, indicato dal M5S come candidato alla presidenza del Senato.

Pdl. La mediazione di Napolitano ha sortito l’esito sperato. Il Pdl oggi voterà scheda bianca agli scrutini per eleggere i presidenti di Camera e Senato. La decisione, a quanto raccontano alcuni presenti, è stata presa nel corso della riunione dei parlamentari questa mattina prima dell’avvio delle sedute parlamentari. Al momento quindi il Pdl ha rinunciato all’idea di disertare l’insediamento del Parlamento. Niente Aventino, per ora. Confidando nell’inagibilità politica di un accordo con Grillo, il Pdl medita di tornare in campo esaurito il dosperato entativo di Bersani.

Scelta Civica. Oggi l’indicazione è votare scheda bianca. Monti, a sorpresa, aveva dato la sua disponibilità per la presidenza del Senato: non è interessato ad altri scenari che non preludano alla formazione di un nuovo governo. Quindi, nella partita deve essere coinvolto il Pdl. Grillo è anti-europeo, si pone agli antipodi di ogni decisione che Monti e la sua formazione può assumere. Ma anche il piccolo partito è diviso in almeno tre correnti.

Lega Nord. Agguantato in extremis il sogno della macro-regione, è interessata a che la legislatura duri. E’ disposta a votare Finocchiaro (Pd) alla Camera, compensato da un Pdl al Senato. In ogni caso non è aliena da trattative. Secondo Maroni lasciare la Camera ai grillini sarebbe “roba da matti”, soprattutto perché poi un Pd al Senato non sarebbe affatto certo.

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