Il dipietrista Scilipoti: “Voto la sfiducia, ma ormai sono finito”

Pubblicato il 9 Dicembre 2010 - 09:02 OLTRE 6 MESI FA

Il dipietrista Domenico Scilipoti sembra che voterà la sfiducia a Berlusconi, ma si sente finito:  ”Morto sono, un deputato finito oramai. Ieri mi hanno sfregiato nell’onore, mi hanno chiamato traditore, venduto. E nessuno che abbia avuto l’ardire di coinvolgermi in in questi traffici”. Il deputato dell’Italia dei Valori, negli ultimi giorni al centro di presunte trattative per il voto di fiducia al governo, in due interviste a La Repubblica e al Corriere della Sera, lamenta che la pubblicità piovuta sul suo nome ha compromesso la sua attività da deputato, peraltro, piuttosto produttiva con ”comunicati stampa 520, incontri 140, interrogazioni parlamentari 140, proposte di legge 29” come recita al Corriere della Sera.

”Massimo Donadi, il mio capogruppo mi ha accusato di ogni nefandezza – dice a La Repubblica – e mi ha avvertito: neanche tua moglie ti riconoscerà piu”’. Tutto è  nato per alcune sue dichiarazioni sulla fiducia al governo, dette ”in preda ad una rabbia infinita, a un moto inconsapevole, a una furia che si è  impossessata di me”.

E poi c’è  la questione cruciale del voto il prossimo 14 dicembre. ”Finché sono nell’Idv non vado contro la linea – afferma al Corriere della Sera – dopodiche’ voterò  secondo coscienza” e anche su Repubblica assicura che voterà ‘no’ al governo. Dopo il voto, si apre l’altra questione per Scilipoti, in quale gruppo stare.

”Mi sono appena dimesso dal partito”, dice a La Repubblica e sul Corriere aggiunge: ”non ho lasciato il gruppo. Erano mesi che segnalavo la mia sofferenza, l’Idv non ha mai spinto una mia proposta di legge sull’agopuntura per la quale mi sono battuto un anno intero. Eppure se Di Pietro mi chiama sarei anche disponibile per una ricucitura. Ma non mi chiama…”. E poi conclude, ”se vado nel gruppo misto non significa che devo per forza votare con Berlusconi. O mi astengo o voto la non fiducia. Il premier deve essere sostituito”.