Scissione M5S, Di Battista Scissione M5S, Di Battista

Ecco la scissione M5S: 15 senatori e 16 deputati nel segno di Di Battista sotto il simbolo di Italia dei Valori

Scissione M5S: come reagire alla linea dura, espulsione immediata, imposta direttamente da Beppe Grillo contro i parlamentari che non hanno votato la fiducia al governo Draghi?

La diaspora grillina si sta faticosamente organizzando. In tutto i ribelli del Movimento 5 Stelle sono 51: bisogna contare contrari, astenuti e assenti non giustificati (30 alla Camera, 21 al Senato).

Scissione M5S: Di Battista e i ribelli sotto simbolo IdV?

Si preparano ricorsi, richieste di grazia al Garante (Grillo), disubbidienze attive, cause legali. Ma anche, è la novità rilanciata da Annalisa Cuzzocrea su Repubblica, riposizionamenti strategici in Parlamento sotto nuove insegne. 

Il senatore Antonio Di Pietro ha offerto infatti il simbolo (IdV)del suo partito Italia dei Valori all’ex deputato e oggi punto di riferimento dell’opposizione interna M5S Alessandro Di Battista.

In pratica un gruppo autonomo che riunisca tutti i fuoriusciti in uno stesso gruppo: sono abbastanza perché, possano beneficiare dell’agibilità politica (e dei fondi autonomi) garantita dai regolamenti parlamentari alle opposizioni.

Alessandro Di Battista chiama alla battaglia, galvanizza i ribelli. “Ci sono cose da dire. Scelte politiche da difendere. Domande a cui rispondere – scrive su Instagram – ed una sana e robusta opposizione da costruire. Ci vediamo sabato alle 18.00 con #DiBattistaLive su Instagram. Coraggio!”. 

L’operazione IdV non è scontata. “È più facile aggregare il dissenso che il consenso”, fa lucidamente notare il vicecapogruppo M5S Riccardo Ricciardi. Bisogna mettere d’accordo tante teste.

Non sono improbabili riposizionamenti a seconda delle affinità politiche. Matteo Mantero, Doriana Sarli, Wilma Moronese – segnala Cuzzocrea – potrebbero accasarsi con Sinistra italiana. Al contrario i Raduzzi e i Villarosa sono più vicini a idee sovraniste. 

Barbara Lezzi non si rassegna all’espulsione: “Mi candido al comitato direttivo”

Chi non si adegua alla linea politica ma nemmeno si rassegna a lasciare il Movimento è Barbara Lezzi. E anzi rilancia, candidandosi al comitato direttivo e chiedendo di ripetere la votazione online come prevede lo Statuto.

“Buongiorno. Ho appena letto il post del reggente perpetuo in cui comunica l’espulsione dal gruppo parlamentare dei 15 senatori, tra cui ci sono anche io, che ieri non hanno dato la fiducia al governo Draghi.

Ho preso la decisione. Mi candido a far parte del comitato direttivo del M5S (da cui non sono espulsa). Credo che il 41% degli iscritti contrari ad allearsi con tutti, compresi Berlusconi, Salvini e Renzi, debbano essere rappresentati. Sono convinta, inoltre, che se il quesito fosse stato riproposto, come lo statuto prevede, quel 41% sarebbe stato più alto. Auspico, quindi, la massima serietà nel percorso che porta alle candidature e l’urgenza necessaria a sbloccare l’azione del M5S”. 

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