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Scissionisti Pdl, chi sono: Alfano, Lupi, Cicchitto, Giovanardi, Scilipoti….

di Emiliano Condò |2 Ottobre 2013 9:12

Il Pdl all’inaugurazione della sede di Forza Italia (foto LaPresse)

ROMA – Angelino Alfano alla guida. E poi Fabrizio Cicchitto, Maurizio Lupi e Carlo Giovanardi che ha annunciato di fatto il progetto di scissioni. E ancora i non più ex ministri Pdl, Gaetano Quagliariello, Beatrice Lorenzin. Con la sola Nunzia Di Girolamo che sceglie la fedeltà a Berlusconi. E ancora una serie di esponenti Pdl di area cattolica: Roberto Formigoni in testa.

Sono gli “scissionisti” la pattuglia di parlamentari Pdl pronti a consumare lo strappo. Una quarantina in tutto, secondo Giovanardi. Soprattutto una trentina di senatori secondo i conti del Il Giornale che senza andare troppo per il politically correct li chiama i poltronisti. 

L’uomo di punta è ovviamente il segretario del partito Alfano. Ma il quotidiano di Alessandro Sallusti, protagonista non a caso martedì sera di una durissima discussione a Ballarò con Cicchitto, punta soprattutto su Maurizio Lupi. Sarebbe lui, il “Lupi Mannaro” (così definito seppure citando voci di Montecitorio dal Giornale) l’uomo chiave della scissione.

Poi ci sono parlamentari meno noti ma fondamentali per fare numero. Chi? Secondo il Giornale:

 Così come il siciliano Giuseppe Castiglione. «Serve un’alleanza strategica che si dia un orizzonte temporale di grande respiro. Almeno fino a dopo la conclusione del semestre europeo». Alla lista aderiscono altri parlamentari noti e meno noti, tutti eletti con la lista Berlusconi presidente. «Alfano sta facendo il segretario del partito. Evviva. È una svolta per la vita politica di questo paese e anche per la soluzione dei problemi» dice l’altro siciliano, Salvatore Torrisi. All’elenco si aggiunge l’abruzzese Federica Chiavaroli mentre Andrea Augello invita a lavorare «per dare contenuti politici alla proposta di votare la fiducia e a farlo senza lacerazioni». Si unisce alla linea alfaniana Laura Bianconi, del gruppo Gal.

E ovviamente non manca lui, l’uomo che quando c’è da salvare un governo dà sempre il suo contributo, Domenico Scilipoti. Perché, dice, “scilipotismo è sinonimo di responsabilità”.  E lo dice, come sempre, in terza  persona:

«Scilipoti ha votato la fiducia per salvare il paese, e il tempo mi ha dato ragione. Ora continueremo con l’esperienza del governo Letta». 

Amen.

 

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