Scuola, il diktat leghista: “Assumiamo solo prof piemontesi”

Pubblicato il 11 Giugno 2010 - 11:43 OLTRE 6 MESI FA

Alberto Cirio

Vuoi essere assunto in Piemonte? Devi avere la residenza lì, altrimenti rimarrai disoccupato. L’assessore all’Istruzione Alberto Cirio ha stanziato 10 milioni di euro per l’assunzione di nuovi insegnanti nella regione. Ma ad una condizione: devono essere piemontesi. La clausola, voluta dalla giunta leghista, servirebbe a “tutelare il precariato piemontese” perché, come spiega l’assessore, “si usano risorse della regione e per garantire la continuità didattica visto che molti insegnanti non piemontesi non finiscono l’anno scolastico”.

Nel suo discorso, infatti, Cirio ha spiegato che gli insegnanti che vengono da fuori il Piemonte “vanno via a Natale e tornano a Pasqua”. Poche parole e nella riunione della commissione istruzione scoppia il putiferio. Il Pd lo accusa di antimeridionalismo, ma lui nega: “Non ho mai detto meridionali ma non residenti in Piemonte” specifica l’assessore.

Quello dell’assessore Cirio è solo il primo passo per arrivare all’obiettivo che si è posta la giunta guidata da Roberto Cota: una graduatoria regionale nella pubblica istruzione.
“Da meridionale mi sento offeso dalle parole dell’assessore – protesta il consigliere del Pd Nino Boeti – lavoro in Piemonte da trent’anni e non ho mai fatto un giorno di mutua nel mio ospedale. Cirio eviti di sparare nel mucchio, offendendo la dignità di tutti gli insegnanti del sud che lavorano con professionalità e impegno nelle scuole del nord”.

Ma Cirio non ci sta. “Le accuse di antimeridionalismo sono infondate. Stiamo solo valutando la possibilità di dare priorità agli insegnanti residenti in Piemonte – ribatte – per noi è giusto così, per tutelare i piccoli comuni e le zone montane. Noi abbiamo detto che sono esclusi gli altri, qualunque sia la loro regione d’origine”.