Il rimpallo della scuola di magistratura già costato 22 milioni

Clemente Mastella (Lapresse)

ROMA – Una scuola di magistratura, sede ideale per permettere ai giovani magistrati di preparare i concorsi e alle toghe in carriera di seguire i corsi di aggiornamento. Buona l’idea, partorita dal governo Berlusconi tra il 2005 e il 2006 ma naufragata in un continuo rimpallo tra Benevento e Catanzaro per la sede. E già costata 22 milioni di euro, praticamente la stessa cifra che serviva per restaurare il Colosseo e che lo Stato non ha trovato.

Il 27 aprile 2006 Romano Prodi ha appena vinto le elezioni. Roberto Castelli si prepara a lasciare il ministero della Giustizia, ma fa in tempo a firmare il decreto per la scuola di magistratura. Le sedi scelte sono tre: Bergamo, Latina e Catanzaro. La prima accontenta la Lega, la seconda ripara un antico torto (il Lazio è l’unica grande regione con una sola Corte d’Appello perché Frosinone e Latina non si sono messe d’accordo) e Catanzaro fa la felicità della folta truppa di parlamentari Pdl catanzaresi.

Peccato che tempo qualche settimana e alla Giustizia arriva Clemente Mastella. E cosa fa? Cancella Latina per sostituirla con Firenze, e qui nessuno ha nulla da eccepire. Ma al posto di Catanzaro mette la natìa Benevento. Senza falsi pudori spiega: “Catanzaro non aveva una sede adatta ed è in posizione decentrata – spiega Mastella – Poi, dovendo scegliere tra Benevento e un’altra città del Sud…Ma almeno io lo dico, mentre gli altri lo fanno ugualmente ma non lo ammettono”. E così mentre a Benevento festeggiano e preparano la sede, una ex caserma, Catanzaro muove la giustizia amministrativa. Poco dopo la città calabrese vince il ricorso al Tar. La città, a sua volta, inizia a preparare la sede, palazzo Doria. Ma non finisce qui: il Consiglio di Stato, ultimo grado della giustizia amministrativa, qualche giorno fa ha riportato la sede a Benevento per un vizio di forma nel primo ricorso dei catanzaresi. I calabresi non si arrendono e decidono di preparare un ricorso contro la sentenza del Consiglio di Stato.

Il risultato del rimpallo? Lo quantifica La Stampa: “Due milioni a Catanzaro per Palazzo Doria; 5 milioni a Benevento per l’ex caserma Guidoni; 14 milioni a Scandicci (Firenze) per Villa Castelpulci; 250 mila euro l’anno di affitto (alla Curia) a Bergamo per il Collegio Sant’Alessandro. In tutto circa 22 milioni di euro”. Conto già pagato per una scuola che, come dice la presidente della Provincia di Catanzaro Wanda Ferro, “forse non nascerà mai né qui né a Benevento”.

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