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Scuola: stipendio professori tagliato di 150 euro, Carrozza contro Saccomanni

di admin |7 Gennaio 2014 20:20

Il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza (LaPresse)

ROMA, 7 GEN – Un taglio di 150 euro allo stipendio dei professori: è la brutta novità al rientro dalle vacanze natalizie per gli insegnanti italiani, che fa litigare il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza col ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni.

Il ministero dell’Economia, infatti, chiede la restituzione degli scatti stipendiali già percepiti nel 2013 con una trattenuta appunto di 150 euro mensili, a partire da gennaio. Non solo. Dopo le reazioni negative, il ministero ha ribadito:

Il recupero delle somme relative agli scatti degli stipendi del personale della scuola “è un atto dovuto da parte dell’amministrazione”, sottolinea l’Economia, ricordando che è in vigore un provvedimento che ha esteso il blocco degli scatti a tutto il 2013.

I sindacati, infuriati, minacciano lo sciopero. E la Carrozza, si è schierata al loro fianco scrivendo al collega Saccomanni.

Al titolare del dicastero dell’Economia ha chiesto di sospendere la procedura di recupero degli “scatti” stipendiali per il 2013 segnalando, tra l’altro, l’urgenza di un intervento in questo senso dal momento – ha spiegato nella missiva – che nei prossimi giorni si procederà ai conteggi per gli stipendi di gennaio e quindi a operare le trattenute per il recupero della tranche prevista. I sindacati già da giorni protestano con forza.

“Le istruzioni impartite dal Ministero dell’Economia per un graduale recupero degli scatti maturati nel 2012 costituiscono una decisione inaccettabile che va bloccata, una vera e propria provocazione che se attuata non potrà rimanere senza risposta” ha tuonato il segretario generale della Cisl Scuola Francesco Scrima. E dalla Gilda è arrivato un aut aut: “Siamo stanchi di aspettare: vengano restituiti ai docenti gli scatti stipendiali 2012 o sarà sciopero generale”.

Per la Flc-Cgil si assiste “ancora una volta a un pesante intervento sui diritti acquisiti dei lavoratori della scuola, che saranno costretti a restituire le somme legittimamente e giustamente percepite”.

“La scuola – ricorda il sindacato guidato da Mimmo Pantaleo – ha già contribuito pesantemente al risanamento dei conti pubblici, finanziandolo con i tagli di personale (8 miliardi di euro), con il blocco del contratto di lavoro, con il taglio del salario e con l’aumento dei carichi di lavoro”.

Il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna, parla di “situazione gravissima, mai accaduta prima”.

La nota del ministero dell’Economia del 27 dicembre – ricorda – “produce come effetto che, senza che nessuno sia stato avvertito, senza che sia stata fornita nessuna spiegazione, si procede con il prelievo nello stipendio. Come a dire, poiché la scuola è centrale nelle scelte di Governo, apriamo il nuovo anno togliendo parte della retribuzione di quelli che l’avevano legittimamente percepita, perché le regole sono cambiate. Il decreto, che viene interpretato in modo retroattivo, è di novembre e decide di togliere gli aumenti maturati a gennaio. Ed è qui il pasticcio vero, con un Governo che, in questa vicenda, infila un errore dopo l’altro, trattando il personale della scuola anziché come lavoratori titolari di diritti, come sudditi”.

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