Scuola, ministero: taglio di 20 mila docenti. Gelmini: “Nonsense dire che penalizziamo il pubblico”

Mariastella Gelmini

MILANO – Pochi giorni fa il ministero dell’Istruzione ha parlato di quasi 20 mila tagli di professori, oggi Mariastella Gelmini ‘dice che la scuola è in grado di reggere questi tagli, che sono state stanziate le stesse risorse che stanziò il governo Prodi, che è un “nonsense” dire che il suo operato sta penalizzando la scuola pubblica. E poi annuncia: presto un bando per reperire i presidi.

“Nonsense dire che penalizziamo il pubblico”. ‘Pensare che ci sia da parte del governo la volontà di penalizzare la scuola pubblica è semplicemente un nonsense – dice il ministro – Pensare che culturalmente da parte del governo ci sia un attacco alla scuola pubblica fa comodo alle opposizioni per poter andare in piazza, lo facciano, ma da parte di questo governo non c’è e non c’è mai stato alcun attacco alla scuola pubblica”. Gelmini ha confermato che tanto il piano di razionalizzazione quanto le nuove strategie per rilanciare l’insegnamento sono finalizzati all’obiettivo di offrire una istruzione di qualità, sia essa offerta dagli istituti statali o da quelli privati-parificati. ”Io ritengo che la scuola sia sempre pubblica – ha detto Gelmini – sia quando si tratta di scuole statali, sia quanto si tratta di paritarie: il problema e’ come migliorare la scuola pubblica nel suo complesso e offrire agli studenti scuole di qualità”.

Stanziate stesse risorse del governo Prodi. Nel confermare che la scuola italiana non subirà ulteriori tagli rispetto a quelli già inseriti nel piano di razionalizzazione, il ministro dell’ Istruzione Mariastella Gelmini ha assicurato che il governo ha stanziato le stesse risorse messe a disposizione dall’esecutivo di Romano Prodi sul comparto dell’educazione scolastica. ”Non ci sono nuovi tagli – ha assicurato a margine di una conferenza a Milano – il piano di razionalizzazione viene confermato e sulle spese di funzionamento quest’anno non ci saranno problemi, a differenza dell’anno scorso. Abbiamo stanziato le stesse risorse disponibili ai tempi di Romano Prodi”.

Organico insegnanti può reggere il calo. Secondo il ministro Maria Stella Gelmini, la scuola pubblica ”è in grado di reggere” le circa 20 mila cattedre in meno che si prevede salteranno il prossimo anno per effetto dei tagli contenuti nella manovra 2008 del ministro dell’Economia Tremonti. ”Abbiamo previsto un ridimensionamento della pianta organica che e’ legato al fabbisogno effettivo di cattedre. Nel tempo, infatti, abbiamo avuto un proliferare di cattedre non proporzionato al numero degli studenti”, ha spiegato la Gelmini.

Le cattedre che salteranno, ha ricordato il ministro, fanno parte del piano di riordino della pianta organica previsto nella finanziaria del 2008, ”un piano di riorganizzazione che la scuola e’ in grado di reggere perche’ si fonda sul fabbisogno reale di cattedre sulla base del numero effettivo di studenti. Non si tratta di licenziamenti – ha precisato – perche’ nella Pubblica amministrazione non si puo’ e non si deve licenziare nessuno. Si tratta semplicemente di contenere l’aumento del numero delle cattedre accumulato di anno in anno senza una ragione precisa: oggi questi esuberi non ce li possiamo permettere”. ”Il governo pero’ e’ consapevole del problema del precariato che esiste nella scuola – ha proseguito Maria Stella Gelmini – e ha siglato accordi con molte Regioni per favorire comunque l’ impiego all’ interno della scuola del personale precario.

Il Governo ha anche deciso di bloccare l’insorgere di nuovo precariato controllando il numero degli ingressi, cioe’ dei nuovi insegnanti, facendo in modo che questo combaci, con un 30% in piu’, con il numero effettivo di professori necessari. Nel tempo abbiamo accumulato tanti precari – ha osservato – proprio perche’ non si e’ fatto il conto con il bisogno effettivo. Ma la scuola non ha la capacita’ di fare occupazione all’infinito, diversamente ne va di mezzo la qualita”’. Secondo il ministro, ”bisogna creare le condizioni migliori per gli insegnanti, ma la scuola – ha ricordato – serve innanzitutto agli studenti, a formare la classe dirigente di domani e quindi sono indispensabili gli investimenti nella qualita’, non solo nel numero degli insegnanti”.

”Alla scuola – ha detto ancora il ministro – serve lo stesso sacricio che abbiamo imposto all’università, come alla Pubblica amministrazione, come a tutti i comparti dello Stato. Si deve ridurre la spesa ordinaria, cioe’ le risorse per il normale funzionamento, e favorire invece gli investimenti in qualita’. A questo proposito ricordo che questo governo dei cosiddetti ‘tagli’ in realta’ ha stanziato un miliardo di euro per l’ edilizia scolastica, sta portando avanti progetti di sperimentazione per valutare gli insegnanti e dare loro maggiori risorse nel contratto 2013 e stiamo lavorando anche ad un progetto di riqualificazione dell’offerta formativa per ridurre la disoccupazione giovanile”.

Presto concorso per reperire nuovi presidi. Il ministro ha poi voluto rassicurare che, per l’anno scolastico in corso, tutte le spese sul funzionamento saranno coperte dagli investimenti statali, e ha annunciato che a breve sara’ pubblicato un bando per il reperimento di nuovi presidi. ”Sarà bandito al più presto un nuovo concorso – ha detto, anticipando quanto verra’ deciso giovedi’ in un tavolo con il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti – i presidi sono necessari e stiamo verificando i numero effettivo di necessità. Comunque il concorso sara’ bandito al più presto”.

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