Scuole aperte fino al 30 giugno, in classe per recuperare le lezioni perdute. Il ristoro più prezioso Scuole aperte fino al 30 giugno, in classe per recuperare le lezioni perdute. Il ristoro più prezioso

Scuole aperte fino al 30 giugno, in classe per recuperare le lezioni perdute. Il ristoro più prezioso

Scuole aperte fino al 30 giugno. Giugno di scuola, giugno a tutta scuola, usare il tempo di giugno per recuperare le lezioni perdute e rimpiazzate solo in parte dalla didattica a distanza. La proposta più ovvia e doverosa. Peccato che finora non l’avesse avanzata nessuno. Non a caso l’ha avanzata Mario Draghi.

E non perché sia chissà qual colpo di genio o perché Draghi sia chissà qual genio. Non a caso l’ipotesi di scuola in presenza a giugno l’ha avanzata qualcuno che non sia sottoposto a consultazione preventiva di presidi, sindaci, prof, sindacati, Regioni, comitati famiglie…Qualcuno che non sia obbligato a scartare idee e proposte sensate perché suscitano l’opposizione e il boicottaggio dei vasti popoli del non si può, del mai fatto finora e del come si fa a farlo adesso?

Scuole aperte fino al 30 giugno: il ristoro più prezioso

Recuperare ore di lezioni perdute e quindi la validità sostanziale e non formale dell’anno scolastico è per gli italiani il ristoro più prezioso. O meglio, dovrebbe esserlo. Il danno sociale ed economico, la perdita di valore anche in termini di futuro, lavoro e reddito derivanti da anni scolastici mutilati e  da formazione scolastiche e universitarie incomplete è superiore alla caduta di fatturato di ogni comparto in sofferenza pur grave da contrazione di attività causa pandemia.

E’ così ma si fa fatica a capirlo. O ad accettare che sia così. Men che mai finora ci si è comportati di conseguenza. Ristori per attività di servizi, ristori per bar e ristoranti e piscine e palestre e altre attività che fanno lavoro e Pil. Nessun ristoro reale per la scuola che, se funziona,  determina più lavoro e Pil di ogni altro settore. Per questo recuperare la scuola perduta causa Covid è il ristoro più prezioso per il paese.

Scuole fino a fine giugno: non si è fatto finora e i tanti che si opporranno

Non si è fatto finora, non si è neanche ritenuto possibile studiare e proporre un diversi e flessibile e allungabile calendario scolastico perché sarebbe stato un fiorire preventivo di non si può. Presidi e prof e sindacati scuola (pomposamente si chiamano ora “sindacati lavoratori della conoscenza) avrebbero detto: siamo pochi, non ci sono i soldi.

E avrebbero opposto difficoltà insormontabili organizzative, cioè in sostanza la non abitudine, anzi l’abitudine all’estate di sempre. Si sarebbero opposti magari sindaci in nome della difficoltà, del fastidio arrecato alle aziende di trasporto prolungando la stagione scolastica.

Non sarebbero mancati i presidenti di Regione con l’orecchio attento ai suggerimenti del “territorio”, cioè aziende e comparto della vacanza che avrebbero segnalato calo di fatturato se a giugno si va a scuola e non al mare, montagna, campagna. E si sarebbero levati i lamenti di comitati di famiglie. più o meno le stesse che vanno dagli avvocati perché la didattica a distanza sia eterna e totale.

Tutto ciò sarebbe accaduto e accadrà ancora. Con una differenza: la proposta di usare giugno, di dare alla scuola un giugno di ristoro per la sua sopravvivenza non pare essere stata formulata con il tono del si può, si potrebbe, che dite? E’ stata formulata con il tono del si deve. Ed è la prima volta da pandemia iniziata che si propone un qualcosa di dovuto a vantaggio dei figli e del futuro.

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