Scuole chiuse per Covid: la linea De Luca non passa, non ha senso se tutto il resto rimane aperto

Scuole chiuse per Covid in Campania. Ma la linea De Luca finora non passa (per fortuna). E la Campania resta un caso isolato in Italia (anche se la Sicilia continua a prorogare il rientro post natalizio). Anche perché, come sintetizza giustamente il ministro Bianchi, che senso ha chiudere le scuole se tutto il resto rimane aperto?

Davvero vogliamo pensare che le scuole siano più contagiose, per dire, di bar e ristoranti? Cioè di luoghi dove, per forza di cose, la mascherina te la devi abbassare. Oppure vogliamo far passare il concetto che ragazze e ragazzi siano più irresponsabili degli adulti… Basti vedere le percentuali di ultra quarantenni, cinquantenni e sessantenni che non si sono vaccinati. Per i quali è necessario istruire l’obbligo per decreto.

Oppure si pensa che il movimento No Vax faccia tanti proseliti su professori e personale non docente. Anche qua i numeri resi pubblici da Bianchi fanno sorgere qualche dubbio (i non vaccinati sarebbero circa l’1% del totale). Al massimo, si potrebbe obiettare che fino alle elementari gli alunni non saranno vaccinati tutti subito, visto che per la fascia 5-11 anni le inoculazioni sono cominciate a dicembre.

Ma quelli di medie e superiori? Perché devono stare ancora a casa? Perché devono subire i danni psicologici derivanti dall’isolamento? Leggetevi, a tal proposito, le parole che quotidinamente rilasciano coloro che lavorano negli ospedali pediatrici. Forse loro vivono più a contatto con la popolazione rispetto a chi ci governa.

Scuole chiuse per Covid, che senso ha se tutto resta aperto?

“Aveva senso aprire subito la scuola. Non si può giustificare che tutto è aperto e l’unico spazio chiuso è la scuola, che è sicura”. Così il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, a Rainews 24. “Abbiamo sempre sostenuto la necessità di mantenere la scuola come punto di riferimento della comunità. Siamo anche intervenuti in maniera massiccia per vaccinare i nostri ragazzi. Questa è la chiave. Poi, nel decreto c’è la possibilità di organizzare in maniera diversa la didattica; se ci sono le condizioni le scuole possono usare la dad ma per un tempo limitato e all’interno di una situazione in cui la scuola rimane un punto di riferimento”.

I numeri dei No Vax nella scuola

“I docenti sospesi perchè no vax sono un numero estremamente limitato, sono sotto l’1% sia dei docenti che del personale Ata. I dati degli assenti per malattia per ora sono molto contenuti ed in linea con gli anni passati. A gennaio c’è il picco delle assenze. Noi per far fronte a questo abbiamo rinnovato i contratti per i potenziamenti, i cosiddetti docenti Covid, abbiamo messo 400 milioni”. Così il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi a Rainews 24.

Lo Stato fa ricorso contro l’ordinanza di De Luca

Anche l’Avvocatura Distrettuale dello Stato (sede di Napoli) ha presentato ricorso presso il Tar della Campania contro l’ordinanza con la quale la Regione Campania ha deciso il rinvio dell’apertura delle scuole in presenza a causa della pandemia. Il ricorso, depositato per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dei Ministeri dell’Istruzione e della Salute, si affianca a quello già presentato dagli avvocati napoletani Giacomo Profeta e Luca Rubinacci. Sabato scorso il Giudice ha chiesto alla Regione Campania di depositare, entro e non oltre le 11 di oggi, “..atti pertinenti e rilevanti a presupposto dell’ordinanza…”.

Scuole chiuse in Campania: le motivazioni della Regione

La Regione Campania si è costituita ed ha presentato, entro il termine fissato, gli atti a supporto dell’ordinanza regionale con la quale la Regione ha procrastinato a fine mese le lezioni in presenza in tutte le scuole della Campania.
La documentazione è stata richiesta sabato scorso dal Tribunale Amministrativo della Campania che ora è chiamato a pronunciarsi sui due ricorsi presentati, rispettivamente, dagli avvocati napoletani Giacomo Profeta e Luca Rubinacci, e dall’Avvocatura della Stato, con i quali viene chiesta la sospensione dell’ordinanza regionale.

Lo scenario disegnato per la Campania nel report numero 86 della Cabina di Regia Nazionale è “della massima gravità (numero 4)” e l’indice di ospedalizzazioni “in assenza di immediate e drastiche misure” annuncia una saturazione dei posti letto entro 30 giorni a partire dal 7 gennaio. Così, la Regione Campania, spiega ai giudici del Tar, le ragioni poste alla base dell’ordinanza con la quale ha disposto la didattica a distanza in tutte le scuole del territorio.

L’ordinanza, viene spiegato, tiene conto anche della diffusione straordinaria della variante Omicron, dei focolai registrati prima della chiusura natalizia nelle fasce della popolazione giovanile e dell’impossibilità di poter eseguire i tracciamenti.

La Regione Campania, negli atti integrativi depositati al Tar, ricorda anche che è bassa la percentuale di alunni vaccinati nella scuola primaria e secondaria di primo grado e che l’unica misura di prevenzione contro il virus resta il vaccino.

In questo contesto, quindi, è essenziale, secondo la Regione Campania, evitare la didattica in presenza e altre attività di socializzazione come essenziale è la promozione della somministrazione dei vaccini per il personale scolastico e gli studenti.

Inoltre in Campania, circa trecento dirigenti scolastici hanno manifestato l’impossibilità di assicurare gli adempimenti delle misure previste nel descritte nel decreto del Governo dello scorso 7 gennaio.

Stesso discorso, viene evidenziato nell’atto depositato al Tribunale Amministrativo Regionale, vale anche per le Asl e le strutture sanitarie, già sottoposte a forti pressioni.

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