Senato: Pietro Grasso, presidente e “ultimo mohicano”, genuflette ma implora

Senato: Pietro Grasso, presidente e "ultimo mohicano", genuflette ma implora
Pietro Grasso, presidente del senato, si sente “ultimo mohicano”, e implora: “Non chiudeteci”

ROMA – Pietro Grasso, presidente del Senato, si sente “l’ultimo dei mohicani” ma si allinea al diktat di Matteo Renzi e al piano di Rinascita e si genuflette:

“Al posto di Renzi farei quello che sta facendo lui, lavorando con tutte le mie forze per superare il bicameralismo perfetto, diminuire il numero dei parlamentari, semplificare l’iter legislativo”.

Copre la bugia:

”Nessuno parla di abolire il Senato”

ma, affidandosi alla trascrizione di Liana Milella per Repubblica, aggiunge che il Senato dovrebbe avere anche ”componenti eletti dai cittadini”,

il che però smaschera un po’ le pretese di risparmio con cui di questi tempi si giustificano i più atroci scempi.

Ha anche un sussulto, forse ha letto quello che dicono da tempo illustri esperti del diritto e della Costituzione:

”Con un ampio premio di maggioranza e una sola Camera politica, il rischio è che possano saltare gli equilibri costituzionali e ridursi gli spazi di democrazia diretta”.

Poi però propone un osceno compromesso:

”Immagino un Senato composto da senatori eletti dai cittadini contestualmente alle elezioni dei consigli regionali, e una quota di partecipazione dei consiglieri regionali eletti all’ interno degli stessi consigli. […] Per rendere più stretto il coordinamento tra il Senato così composto e le autonomie locali, prevederei la possibilità di partecipazione, senza diritto di voto, dei presidenti delle Regioni e dei sindaci delle aree metropolitane”.

Chi gli paga le spese a questi qua? Hanno tutti amici cari come Renzi?

Pietro Grasso vedrebbe bene

”almeno un centinaio di senatori eletti a cui sono delegate funzioni legislative e di controllo di rilievo”,

a quanto riferisce l’ Unità, basandosi sul resoconto di un incontro a palazzo Giustiniani, sede della residenza ufficiale del presidene del Senato, una decina di giorni fa, tra lo stesso Grasso e il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi.

A quanto riporta l’Ansa sintetizzando Unità e Repubblica, il Senato, il cui nome deve essere mantenuto perché è

”una parola italiana usata in tutto il mondo” [non dovrebbe dare] ”la fiducia, ma occuparsi di leggi attuative del programma di Governo, né di leggi finanziarie e di bilancio” e ”oltre a tutte le questioni di interesse territoriale”, [ma quali, vien da chiedersi, se ci sono già pletore di enti locali?] dovrebbe occuparsi ”delle leggi costituzionali o di revisione costituzionale, di legge elettorale, ratifica dei trattati internazionali, di leggi che riguardano i diritti fondamentali della persona”.

”Una Camera prettamente ed esclusivamente politica deve essere bilanciata da un Senato di garanzia, con funzioni ispettive, di inchiesta e di controllo, anche sull’attuazione delle leggi”, prosegue Grasso. ”Chiaramente il Senato dovrà partecipare, in materia determinante, ai processi decisionali dell’Unione Europea, sia in fase preventiva che attuativa”.

 

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