Senato, richiesta d’arresto per Tedesco: Pd verso il sì

ROMA – Forse è ancora presto per dire come si comporterà il Pd al Senato sulla richiesta di custodia cautelare nei confronti del senatore Alberto Tedesco avanzata dalla Procura di Bari, con tanto di documentazione depositata negli uffici della Giunta delle autorizzazioni a procedere, per l’inchiesta sulla sanità in Puglia. Ma se le carte saranno ‘congruenti’ molto probabilmente i Democratici non potranno dire no alla richiesta di autorizzazione all’arresto. La Giunta si riunirà per la prima volta martedì prossimo alle ore 15 e comincerà ad esaminare le centinaia di pagine. Il presidente della Giunta deve designare il relatore e probabilmente verrà ascoltato l’ex senatore alla Sanità della Puglia, soprattutto se sarà lui a chiederlo per chiarire la sua posizione.

Dopo l’eventuale audizione, la Giunta, in una successiva riunione, emetterà il proprio verdetto che, a sua volta, dovrà esser confermato o respinto dall’Aula. Anche se il giudizio non sarà la prossima settimana, l’orientamento di massima dei senatori del Pd sembra favorevole ad accogliere le richieste dei Pm se dalle carte non emergono incongruenze o contraddizioni. Non ci sono dichiarazioni ufficiali a proposito ma dalle conversazioni con qualche senatore emerge un atteggiamento ispirato al principio che ”contano le carte non l’appartenenza politica”. Intanto però viene apprezzata dai senatori del Pd la scelta di Tedesco di autosospendersi proprio per consentire al gruppo del Senato di ”valutare con serenità ed equità” la richiesta dei pm come ha detto lo stesso senatore pugliese.

I più abbottonati sono i componenti del Pd della Giunta. L’ex Pm di Venezia Felice Casson spiega che ”la Giunta è un organismo che ha un carattere paragiurisdizionale e chi ne fa parte è come se fosse un giudice e quindi non deve guardare al partito di provenienza del senatore in causa”. ”Noi dobbiamo sentirci autonomi nelle nostre funzioni” afferma Casson che prevede, comunque, un prossimo ”confronto nel Pd e nell’ opposizione” per valutare come votare in Aula. ”Non decidiamo in base all’appartenenza politica ci mancherebbe altro” dice il senatore Luigi Lusi. Anche se è un senatore del Pd? ”Non è la prima volta che capita – risponde Lusi – e abbiamo l’abitudine di valutare nel merito senza condizionamenti”.

Gestione cookie