Senato: è scontro sulla nomina del segretario generale, in lizza la pupilla di Rosi Mauro

La vice presidente del Senato, Rosi Mauro

ROMA – E’ polemica e scontro tra maggioranza e opposizione sulla nomina del nuovo segretario generale di Palazzo Madama. Una carica solitamente super partes, molto importante e soprattutto molto “remunerativa”. L’attuale segretario generale, Antonio Malaschini, ha lasciato la carica perché è stato nominato consigliere di Stato. Per la successione il presidente del Senato, Renato Schifani, ha proposto il nome della consigliera parlamentare Elisabetta Serafin, 52 anni. Ed è subito bufera.

Una bufera, racconta ‘Il Corriere della Sera’, scatenata fondamentalmente per tre motivi. Prima di tutto, dicono le opposizioni, la Serafin, se venisse eletta, scavalcherebbe in un sol balzo i tre vicesegretari generali Giuseppe Castiglia, Nicola Benedizione e Fabio Garella, tutti più anziani di lei. Secondo poi supererebbe anche i 17 consigliere parlamentari che la precedono nella graduatoria di anzianità dei ruoli. Ma non solo. Le opposizioni denunciano la vicinanza della Serafin a Rosi Mauro, vice presidente del Senato in quota leghista. Insomma, non pochi pensano che questa nomina sia stata una mossa di Lega e Pdl per mettere l’amministrazione di palazzo Madama in mani non ostili al Carroccio. E preparare, così, un’ascesa allo scranno più alto del Senato.

Si preannuncia burrascosa, dunque, la scelta del segretario generale del Senato da parte del Consiglio di presidenza. Se il centrosinistra (che ha sette membri su nove) decidesse di votare contro la candidata di Schifani-Mauro, sarebbe la prima volta che una figura super partes, come quella del segretario generale, non venisse scelta all’unanimità.

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