Senato, tentazione Pd: riforma subito in Aula

Senato, tentazione Pd: riforma subito in Aula
Senato, tentazione Pd: riforma subito in Aula

ROMA – Il Pd accelera sulla riforma del Senato, il governo è stanco di discutere con la minoranza interna, peraltro su un testo già approvato in doppia lettura da Camera e Senato. Il passaggio tecnico è questo: Luigi Zanda, presidente dei senatori Pd, ha chiesto al presidente del Senato Piero Grasso la convocazione della capigruppo, ovvero la riunione dei presidenti dei vari gruppi parlamentari. Il passaggio successivo è chiedere la calendarizzazione della riforma in Aula. Insomma, un modo per superare l’impasse della Commissione Affari costituzionali del Senato dove la riforma si trova attualmente.

Ma qui la maggioranza incontra due problemi: il primo è la mancanza di un accordo politico sulla riforma. La minoranza Pd insiste nel voler introdurre l’eleggibilità dei senatori del nuovo Senato, il famoso articolo 2 della riforma, passaggio che il governo invece considera definitivamente archiviato. Martedì pomeriggio la senatrice della minoranza Doris Lo Moro ha lasciato il tavolo con il ministro Boschi.

Il secondo è il numero mostruoso di emendamenti. In Commissione è iniziata infatti l’illustrazione degli emendamenti da parte dei presentatori, ma all’inizio della seduta la presidente Anna Finocchiaro ha spiegato che i circa 2.800 emendamenti all’Articolo 2 del ddl Boschi saranno considerati inammissibili perché l’articolo è stato votato in doppia lettura conforme sia dal Senato che alla Camera.

E il regolamento del Senato, ha ricordato Finocchiaro, permette di presentare emendamenti solo nelle parti del testo toccate da modifiche della Camera.

 

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