ROMA – Sergio De Gregorio ha raccontato ai pm di Napoli: “Così Berlusconi mi ha comprato e ha pagato anche Gianfranco Rotondi e Alessandra Mussolini“. La ricostruzione dei verbali di De Gregorio è su tutti i principali giornali italiani, dal Corriere della Sera a Repubblica e La Stampa. Il senator De Gregorio, secondo l’accusa dei giudici, avrebbe preso 3 milioni di euro da Berlusconi per passare dall’Idv al Pdl
I soldi da Lavitola
Nei verbali c’è scritto che, dei 3 milioni presi da De Gregorio, “un milione fu versato “in chiaro” come accordo federativo tra Forza Italia e il movimento Italiani nel mondo. Altri due furono versati in nero: “Ho ricevuto gli altri due da Lavitola in tranche da 200-300mila euro”.
Scrivono Fiorenza Sarzanini e Fulvio Bufi sul Corriere che nella ricostruzione dell’interrogatorio di De Gregorio c’è scritto che Lavitola portava direttamente valigette piene di soldi a Palazzo Madama, la sede del Senato. Per fare cosa? Scrivono i giornalisti: “Per ottenere voti contrari nella Commissione Difesa che De Gregorio presiedeva”. Ricordiamo che, secondo l’accusa, De Gregorio sarebbe stato corrotto per far cadere il governo Prodi.
Sempre il Corriere cita l’interrogatorio di Andrea Vetromile, un commercialista che collaborava con De Gregorio, che confermerebbe la pista delle valigette: “Ricordo che stavo con De Gregorio nel suo ufficio, all’epoca era presidente della commissione Difesa, quando si presentò Lavitola con una borsa che io sapevo essere piena di soldi. Fu lo stesso De Gregorio ad annunciarmi la visita di Lavitola che gli avrebbe consegnato i soldi di Berlusconi quale ringraziamento per il passaggio al suo schieramento politico. Quando Lavitola entrò, dopo i primi convenevoli, mi chiese di uscire. Quando rientrai, la scrivania di De Gregorio era piena di soldi”.
Soldi a Rotondi e Mussolini
Secondo i verbali, De Gregorio ha detto che parte dei soldi gli erano dati a nero per non creare malumori tra gli alleati. Scrive Guido Ruotolo su La Stampa: “Mi venne spiegato dallo stesso Lavitola che gli altri partiti minori avevano ricevuto somme più o meno uguali se non inferiori al milione di euro che mi era stato bonificato. Ricordo addirittura che la cifra di settecentomila euro, non di un milione, fu indicata per non fare irritare Rotondi, la Mussolini e gli altri che avevano ricevuto sostegni dal partito in misura più o meno equivalente a questo contratto, quindi per non creare una rivoluzione tra i soggetti minori fu ipotizzata questa dazione in contanti”.
Questo passaggio è stato contestato dal partito di Rotondi: “Il senatore De Gregorio cita i partiti degli onorevoli Rotondi e Mussolini tra i soggetti minori aderenti al PdL a cui sono stati conferiti dal partito contributi economici. E’ opportuno precisare che, nel caso di questi partiti, si e’ trattato della esecuzione della normale divisione del finanziamento pubblico tra partiti che si presentano in un’unica lista, esattamente come e’ avvenuto tra Forza Italia e Alleanza Nazionale o in passato tra Ds e Margherita. Senza entrare nel merito di una inchiesta giudiziaria in corso su altre vicende, tanto precisiamo per tutelare l’immagine del nostro movimento e del PdL”.
Fini e il ministero
De Gregorio racconta anche un episodio che riguarda Gianfranco Fini. Lo riporta sempre Ruotolo su La Stampa: “Sottoscritto il contratto con Berlusconi, nel 2006, mi evidenziai come uno capace di gestire il ruolo che gli era stato affidato, cioè la Presidenza della commissione Difesa, un ruolo politicamente alto fino al punto che Gianfranco Fini, che non aveva mai creduto che il governo Prodi potesse cadere, mi telefonò e mi disse: alla prossima ti facciamo ministro della Difesa…”
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