Sfiducia a Romano, il Pd processa i Radicali: “Li buttiamo fuori”

ROMA, 28 SET – I sei deputati radicali del Pd non votano la mozione di sfiducia al ministro Saverio Romano e il Pd apre un ” processo” a loro carico. Processo che, stando alle prime dichiarazioni degli esponenti democratici, potrebbe chiudersi, già oggi, con l’espulsione.

”E’ stato un comportamento incomprensibile e intollerabile” ha detto a caldo  il capogruppo Dario Franceschini.  Il segretario del Pd Pierluigi Bersani e  lo stesso Franceschini hanno convocato l’ufficio di presidenza mentre era ancora in corso il voto di sfiducia. Il direttivo del partito è convocato per le 13,30.  “Già oggi (ieri per chi legge, ndr) nel voto sulle professioni sanitarie i Radicali avevano votato in modo diverso dal gruppo. Ma sulla sfiducia stiamo parlando di un voto tutto politico nei confronti di un ministro e i Radicali hanno adottato una posizione senza nemmeno comunicarla”.

Sono quattro le sanzioni previste che il direttivo valuterà: il richiamo orale che è già stato fatto in aula, il richiamo scritto, la sospensione e l’espulsione. I vertici del Gruppo parleranno con i Radicali ma, a quanto si apprende, il comportamento dei sei deputati viene considerato degno di espulsione.

Al voto che ha visto il ministro per le politiche agricole salvato dalla Camera non hanno partecipato, oltre ai 6 radicali, anche la deputata Marianna Madia (vicina al parto). Sei assenti tra le fila del Pdl, due di Fli e uno nell’Udc. Assenti anche Calogero Mannino (Mpa), Roberto Commercio e Antonio Gaglione del gruppo misto. Al completo, invece, Lega Nord e Italia dei Valori.

 

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