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Sgarbi contro Cerasoli (Uil) e quegli sms hard ai Beni Culturali

di luiss_vcontursi |12 Agosto 2010 12:20

Vittorio Sgarbi

Polemica al ministero dei Beni Culturali su alcuni sms “hard” inviati da Vittorio Sgarbia Gianfranco Cerasoli, responsabile della Uil Beni culturali. Tutto prende il via dal fatto che la Corte dei Conti  ha chiesto al ministero retto da Sandro Bondi il perché sia stato nominato proprio Vittorio Sgarbi al polo di Venezia e non altri che secondo il magistrato ne avrebbero avuto maggiore diritto. Sgarbi legge i giornali con questa notizia, si infuria, e inizia a mandare tutta una serie di sms per lo più osceni proprio a Cerasoli che a suo tempo denunciò proprio quella nomina poco “cristallina”.

Come racconta il Corriere della Sera, il primo messaggio di Sgarbi a Cerasoli è delle 12.16: “Belle le tue avances omosessuali. Non mancherò di soddisfarti”. Cerasoli, un minuto dopo: “Tu sei da ricovero”. Risponde Sgarbi: “E tu sei indifferente ai problemi dei vandali che distruggono tutto, e dei musei che non funzionano, e sei ossessionato dal desiderio di far vedere quanto sei bella e quanto sei brava. Hai una passione per gli incapaci”. Poi altre allusioni a luci rosse. Controbatte il segretario Uil: “Mi auguro che tu sia cosciente di ciò che scrivi. Sei solo un arrogante da ricovero immediato”. Qui Sgarbi comincia a girare a Cerasoli i messaggi di solidarietà appena ricevuti. Uno è: “Ciao Vittorio 🙂 ho letto sul Corriere della Sera di te, io ci sono sempre nella tua squadra, tanto la tua nomina verrà confermata, altrimenti sono delle capre 🙂 bacino”. Cerasoli gli replica: “Sai quanti questuanti trovi insieme alle veline, le questioni che sollevo io sono di regole, ma tu non capisci niente”.

Insomma, dopo vari altri insulti e allusioni hot da parte di Sgarbi, che dà a Cerasoli apertamente dell’omosessuale, il dialogo si chiude con Sgarbi che infierisce su Cerasoli (“hai una mentalità burocratica, avresti preferito Scalfaro a Pasolini”) e il destinatario che suggerisce: “Prendi fiato, ti servirà a correre e a pagare i danni”.

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