PALERMO – La Regione Sicilia voleva assumere 1600 precari ma il Commissario dello Stato per la Regione siciliana ha bloccato tutto. Perché? Perché non ci sono i soldi, la Regione aveva fatto, per così dire, i conti senza l’oste.
Andiamo con ordine. L’Ars prima di Natale ha deliberato una legge-strenna per regolarizzare 800 precari via amministrativa di circa e per creare una corsia preferenziale per altri 400 all’interno di un maxi-concorso da 800 posti. Un pacco dono che aveva premiato catalogatori dei beni culturali come tecnici della Protezione civile, esperti di dissesto idrogeologico come di emergenza rifiuti.
Il Commissario però ha bloccato tutto dicendo che le norme sulla stabilizzazione e sui concorsi pubblici ”si ritengono in contrasto con l’articolo 81, quarto comma della Costituzione, in quanto prive di idonea copertura finanziaria per i nuovi maggiori oneri dalle stesse derivanti a carico del bilancio regionale”. A proposito il commissario ricorda che ”l’obbligo della copertura finanziaria costituisce la garanzia costituzionale della responsabilità politica correlata ad ogni autorizzazione legislativa di spesa”.
Bocciando l’articolo 4 sulle norme finanziarie a copertura delle assunzioni, il commissario sostiene che il legislatore si ”è sottratto alle fondamentali esigenze di chiarezza e solidità del bilancio cui l’articolo 81 si ispira, non garantendo per le nuove maggiori spese previste una copertura sufficientemente sicura ed in equilibrato rapporto con gli oneri che si intendono sostenere negli esercizi futuri”.