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Sigarette, stangata confermata. Aumenti dal 1/08. E-cig: rischio tasse +480%

di Emiliano Condò |9 Luglio 2014 19:46

Sigarette, stangata verso rinvio a 2015. Ma e-cig: rischio tasse +480%

ROMA – Stangata sulle sigarette, confermata: gli aumenti di 10 e 20 centesimi scatteranno dal primo agosto. A scriverlo è l’agenzia Public Policy che cita fonti di governo. L’unica differenza, ma dal punto di vista dei consumatori cambia niente, è che l’aumento non sarà più previsto nell’attuazione della delega fiscale, ma con un provvedimento amministrativo ad hoc. .

Resta poi l’allarme nel settore di chi produce e commercializza sigarette elettroniche. Secondo i calcoli dei produttori, infatti, con la nuova tassazione si rischiano aumenti record del 480%

Da 6 a 35 euro: questa sarebbe la conseguenza sul prezzo di vendita di un flacone di ricarica per sigarette elettroniche della nuova tassa sulle e-cig proposta nella bozza di decreto legislativo che punta a riordinare la tassazione sui tabacchi e le sigarette elettroniche. Lo denuncia Anafe-Confindustria, associazione nazionale produttori fumo elettronico, che si dichiara ”sgomenta di fronte all’ennesimo tentativo di distruggere il settore della sigaretta elettronica, senza che si sia mai aperto un serio e reale confronto tra le istituzioni e gli operatori come invece previsto dal Tavolo aperto lo scorso febbraio”.

A seguito di una prima analisi della bozza del D.lgs su accise e imposte di consumo applicate ai tabacchi e alle sigarette elettroniche, Anafe-Confindustria rileva che, ”nonostante l’ordinanza del Tar Lazio confermata dal Consiglio di Stato che ha sospeso l’imposta di consumo pari al 58,5% del prezzo di vendita, rinviando gli atti alla Corte Costituzionale, il Governo sembra voler andare avanti sulla strada di una imposizione fiscale che non consideri le peculiarità del settore”.

”In primo luogo – spiega il presidente di Anafe-Confindustria Massimiliano Mancini – le sigarette elettroniche continuano ad essere ciecamente assimilate al tabacco”. Grazie a questa metodologia di valutazione ”gli impatti economici e sull’occupazione derivanti da questo nuovo regime sarebbero ancora peggiori: se con un’imposta di consumo al 58,5% il prezzo di un flacone da 10 ml sarebbe passato da un prezzo medio al pubblico di 6 euro a circa 21, adesso si arriverebbe addirittura a 35 euro (+480%)”.

”A questo punto – conclude – ci chiediamo quale sia il senso di una nuova imposizione fiscale che ignora e anzi peggiora le ragioni per le quali la precedente è stata sospesa e considerata illegittima e che oltretutto si basa su modelli privi di alcuna base scientifica. Una scelta che avrà come unica conseguenza un contenzioso senza fine invece di porre fine ad ogni contenzioso, come invece indicato dal sottosegretario all’Economia, Giovanni Legnini in una recente dichiarazione pubblica”.

 

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