Berlusconi a Repubblica: “Un Pd al Colle, ma voglio ricompensa…governissimo”

ROMA – “Pdl dice sì ad un Pd al Colle, ma solo per un governo di larghe intese“. Silvio Berlusconi apre ad un presidente della Repubblica che venga dalle schiere di Pier Luigi Bersani, ma in un’intervista a Repubblica nega ogni tipo di “ricompensa”. Il leader del Pdl ha detto di essere “pronto a discutere” anche l’ipotesi di un esponente del Pd al Colle, ma ”solo se si fanno le larghe intese”.

Berlusconi, smentendo che sul tavolo, come circolato sulla stampa in queste settimane, ci siano ipotesi di amnistia o di salvacondotto, ha detto a Repubblica:

”Di amnistia è la prima volta che ne sento parlare. È un’ipotesi di cui non ho mai discusso con nessuno. All’amnistia non ci penso, credo non ci pensi nessuno”.

Nemmeno il salvacondotto sarebbe stato menzionato in vista di larghe intese:

”Io, ormai, a questi patti non credo più. Il mio giudice a Berlino è la Corte di Cassazione, che mi ha sempre assolto”.

Dell’ipotesi di un democratico come successore di Giorgio Napolitano, Berlusconi ha detto:

“Siamo sicuramente pronti a discuterne, ma quando abbiamo parlato con il segretario – lo devo precisare – non è stato fatto alcun nome” dice il Cavaliere aggiungendo che ”non hanno ufficializzato alcun nome. Ci hanno detto che ci presenteranno una rosa, quando lo faranno allora decideremo”.

Ma per il leader del Pdl una volta concordata la strada del Quirinale il percorso per un governo è d’obbligo, spiega a Repubblica:

“Se concordiamo una strada per il Quirinale, anche sull’altro lato dobbiamo trovare un raccordo in un esecutivo di larghe intese, con ministri scelti insieme. Altrimenti niente. Un governo ballerino, sostenuto da qualche gruppetto non avrebbe la forza di assumere i provvedimenti di cui il Paese ha bisogno per salvare l’economia e per trattare in Europa”. Se invece “si va appresso ai grillini…povero Paese”.

Per Berlusconi il fatto che il Movimento 5 Stelle abbia preso il 25% dei voti è “sconfortante, hanno votato un ex comico senza conoscere nessuno di quelli che hanno portato in Parlamento”.

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