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Sondaggi. Berlusconi dietro di 12 punti, probabile sconfitta anche se alleato col Terzo Polo

di Emiliano Condò |8 Settembre 2011 11:14

ROMA – C’è la manovra difficile da digerire e da spiegare ai suoi elettori, ci sono i pm che martedì lo andranno ad ascoltare a Palazzo Chigi per la storia di ricatti legata a “Gianpi” Tarantini e soprattutto ci sono i numeri da incubo dei sondaggi. Per Silvio Berlusconi le ultime rilevazioni sono una doccia gelida: 12 punti, più o meno, di distacco dal centrosinistra. Significa sconfitta sicura in caso di elezioni e soprattutto significa probabile sconfitta anche in caso di improbabile alleanza con il Terzo Polo di Gianfranco Fini e Pierferdinando Casini.

La settimana che deve trasformare in legge l’ennesima riscrittura della manovra, quindi, per Berlusconi rischia di trasformarsi in un calvario e, come accade spesso in questi frangenti, il premier preferisce defilarsi. Non c’era in Senato il 7 settembre, quando si votava la scontata fiducia al maxi-emendamento e non ci sarà, scrive Amedeo La Mattina sulla Stampa, neppure quando la fiducia si discuterà alla Camera nei prossimi giorni.

Ma quello a Montecitorio non è l’unico appuntamento trappola della prossima settimana per Berlusconi. Martedì, come detto, arriveranno i pm a chiedergli conto dei ricatti di Tarantini. Il premier è parte lesa, d’accordo, ma l’interrogatorio è delicato e per La Mattina Berlusconi avrebbe detto: “Vogliono uccidermi per le mie scopate. Vogliono delegittimare il governo, la mia persona in un momento così delicato per il Paese. È una vergogna pubblicare sui giornali conversazioni private. E nella maggioranza chi vuole fare altro ci metta la faccia, se ha il coraggio”. Mercoledì 13, altra trappola all’orizzonte: in giunta si vota sull’arresto di Marco Milanese, ex braccio destro di Tremonti. Il voto è palese e gli uomini di Maroni sembrano indirizzate a farlo cadere, con inevitabile ricaduta sul governo.

Se Berlusconi cade adesso i numeri dicono che rialzarsi è quasi impossibile. Il premier lo sa, ed è intenzionato a resistere. Quei 12 punti di distacco, però, fanno paura; più paura dei 54 miliardi della manovra.

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