Sondaggi domani stop. Ma ci vorrebbe moratoria campagna elettorale, nell’interesse di partiti e candidati

Un velo pietoso. Non quello che una legge discutibile fa calare da domani 10 settembre sui sondaggi elettorali. O meglio, il velo (pruriginoso e non pietoso) va a calare sulla diffusione pubblica dei sondaggi elettorali. In nome del principio abbastanza strambo dello all’elettore non far sapere che poi si…influenza. Un’idea dell’elettorato da preservare da suggestioni che agli elettori perverrebbero dal sapere quali percentuali i sondaggi assegnano all’uno o all’altro partito. Meglio un omissis per le due ultime due settimane prima della data delle elezioni. Un’idea al fondo della quale c’è il presumere uno stato di minorità e suggestionabilità del cittadino elettore.

Un’idea, quella del vietare la diffusione pubblica dei sondaggi, concettualmente angusta e imparentata con la cultura tipicamente italiana del “severamente vietato” come se il semplice “vietato” non bastasse, anzi. Un’idea burocratico-formale delle relazioni e rapporti sociali. Un’idea alla fine anche ipocrita: i sondaggi la cui pubblicazione è vietata circolano e circoleranno da qui al 25 settembre in forma clandestino-allusiva. Come, in fondo, piace. Gossip politico, chi ce l’ha conta qualcosa, chi lo racconta sa e quindi s’imparenta, anche se tanto alla lontana, con chi può.

Moratoria sulla campagna elettorale

Ma non è sui sondaggi che dovrebbe calare un velo pietoso, è sulla campagna elettorale che, a tutela e protezione di partiti, liste e candidati, dovrebbe essere proclamata moratoria, stop, alt. Un velo pietoso e istituzionale dovrebbe proteggere. Proteggere la scelta di andarci a votare. Ogni giorno di campagna elettorale per tener fede alla decisione di votare qualcuno occorre l’accortezza di non ascoltarlo quel qualcuno. Salvini? Uno di noi! Però con tutta evidenza uno dei peggio di noi. Questi sono i più tra noi, ma sempre i peggio restano: quelli dell’impossibile, l’implausibile, il tanto semplice da essere semplicemente falso. Senza disdegnare il pericoloso. Meloni? Dio, Patria e Famiglia! Già, ma eludendo quale dio, quale patria e quale famiglia. Anzi, solo un dio e una patria en una famiglia, i loro. Meloni perché solo questa non l’abbiamo provata? Come fosse un dentifricio o una cera per pavimenti…Letta?

L’impossibilità di vivere la verità. Prigionieri e complici in una sindrome di Stoccolma che fa sì che un partito riformista e progressista sia rispettoso delle lobby. Lobby che il Pd chiama popolo. Quali lobby? Ad esempio quella dei dipendenti Ama o di altre municipalizzate: a Roma i rifiuti non su raccolgono e smaltiscono per uno, primario, tra i tanti motivi: la no disponibilità dei dipendenti a lavorare in maniera da raccogliere e smaltire rifiuti. Sistema presidiato da sindacati e cooperative. Il Pd protegge le sue lobby. Le sue, come peraltro fanno Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia con le loro di lobby: ristoratori, ambulanti, tassisti, balneari…Conte? Il secondo vaffa al sistema è una pernacchietta sfiatata. Bonelli e Fratoianni? Sì, ma solo se siete insieme vegani e salutate a pugno chiuso. Calenda e Renzi? Sì ma solo sapendo che sono inadeguati alle lori stesse idee. 

Per non farvi passare la voglia…

Quindi, qualunque cosa vogliate votare, per non farvi passare la voglia ci vorrebbe, a garanzia e tutela dei partiti e candidati alle elezioni 25 settembre 2022, una moratoria sospensione della campagna elettorale. Onde evitare ulteriore diffusione di bugie ridicole, ignoranza esposta, furbizie meschine, pagliacciate pubbliche, extra deficit di verità…Onde evitare ulteriore discredito su partiti, liste, candidati.

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