ROMA – Niente sondaggi sugli smartphone: l’AgCom stoppa l’istituto di ricerca, che aveva studiato un’applicazione per aggirare il divieto di diffondere sondaggi nelle ultime 2 settimane prima del voto.
L’Autorità garante delle comunicazioni, sottolineando gli ”effetti di diffusione incontrollata dell’informazione”, ha rinvenuto ”un’oggettiva violazione” del divieto di diffondere sondaggi nelle due settimane prima del voto.
Il Consiglio dell’Autorità ha svolto ”un approfondimento relativo alla diffusione, attraverso un’applicazione accessibile da smartphone realizzata dalla società SWG, di sondaggi politico-elettorali anche negli ultimi quindici giorni di campagna elettorale, periodo nel quale la legge ne impone il divieto di diffusione”.
”L’approfondimento – prosegue la nota – si è reso necessario alla luce del rilievo assunto dall’iniziativa, largamente pubblicizzata dalla SWG dopo che gli uffici dell’Autorità, contattati via e-mail, avevano dato, in sede di prima valutazione, riscontro positivo a una sommaria richiesta di chiarimenti avanzata dalla Società”.
L’Autorità, ricordando che la legge sulla par condicio ”non fa alcun riferimento alla piattaforma trasmissiva attraverso la quale avviene la diffusione”, ha ritenuto che ”l’applicazione realizzata dalla SWG, nei termini in cui viene pubblicizzata, rende accessibile – previo il pagamento di un prezzo contenuto – il risultato dei sondaggi ad un pubblico potenzialmente molto vasto, con inevitabili effetti di diffusione incontrollata dell’informazione. Questa circostanza configura quindi un’oggettiva violazione del divieto imposto dalla legge sulla par condicio”.
L’Autorità ha comunicato ”le proprie valutazioni alla SWG, confermando, anche in relazione a questa ipotesi, il divieto di diffondere sondaggi dalla mezzanotte del prossimo venerdì 8 febbraio e fino alla conclusione delle operazioni di voto”.