Sondaggio: lavoro e sviluppo le priorità per gli italiani, ma i politici sono tutti “incapaci”

ROMA – Per il 65% degli italiani i temi sensibili sui quali la politica deve al più presto intervenire sono lavoro e sviluppo economico. Il sondaggio realizzato dal Cise, il Centro di studi elettorali della Luiss, per il Sole 24 Ore, pone al primo posto della classifica dei problemi più urgenti che un governo deve affrontare oggi in Italia, proprio il lavoro (54,9%). Al secondo lo sviluppo economico (9,5%), che precede tutte le altre questioni, anche l’immigrazione (8,5%), da settimane al centro dei riflettori. Seguono il funzionamento della politica (6,8%) e il tema giustizia e legalità (3,9%).

Dal sondaggio, realizzato su un campione di 1.500 persone, emerge inoltre che gli italiani hanno sempre meno fiducia nell’operato dei politici. Prendiamo il punto più votato, quello sul lavoro. Quando si domanda al campione selezionato dal Cise quale parte politica “sarebbe più capace di affrontare questo problema”, quasi la metà degli italiani risponde che “nessuna delle due lo sarebbe”. Lo stesso avviene con lo sviluppo economico. È il 44% a dirlo nel primo caso, il 40 il secondo. Il 24% dice invece che sul lavoro il centro-sinistra è più attrezzato del centro-destra contro solo il 13% che ha la tesi opposta. Sulla crescita economica invece le percentuali si invertono, con il 24% a favore dell’attuale maggioranza e il 16% per l’opposizione.

Una sfiducia verso i partiti che si riflette anche su due temi caldi, su cui gli italiani sono stati chiamati in causa dal sondaggio: federalismo e scuola. Secondo il 65% ogni regione dovrebbe poter regolare con proprie leggi la sanità e la scuola, mentre per il 70% i soldi delle tasse dovrebbero restare agli enti territoriali perché li amministrino da soli. Per quanto riguarda la scuola invece il 60% vorrebbe che lo Stato non finanziasse quella privata, ma si concentrasse esclusivamente sulla pubblica.

Poi un risultato significativo che emerge in relazione all’immigrazione. Il sondaggio ha testato gli italiani su due questioni molto specifiche: il voto amministrativo agli immigrati regolari e la costruzione delle moschee. Ebbene nel primo caso una nettissima maggioranza (il 76%) si dice a favore, nel secondo una quasi altrettanto netta maggioranza (il 61%) si pronuncia contro.

Ma se si dovesse votare adesso, chi vincerebbe? Il centrosinistra (Pd, Sel e Idv) si conferma avanti: lo sceglie oggi il 44,1% degli italiani contro il 41,2% che sceglie la coalizione di centrodestra (Pdl e Lega). Il Pdl resta comunque il primo partito: 28,6% contro il 27,8% del Pd. Il buon risultato del centrosinistra si deve alla crescita o alla tenuta del vendoliano Sel (che si porta a quarto partito con il 7,1%) e dell’Idv (6,8%). La coalizione di terzo polo cresce al 14,7%. Infine il nodo alleanze: il 40% dell’elettorato Pd abbandonerebbe Bersani se si alleasse con il Terzo polo escludendo la sinistra.

Ultimo tema, ma non per rilevanza, è quello sull’aborto. Se il 58% degli italiani non toccherebbe la legge 194 che regola l’interruzione volontaria di gravidanza, ben il 42% si dice abbastanza o molto d’accordo con l’affermazione che  “Bisogna rendere l’aborto più difficile”.

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