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Sordi fanno sciopero della fame: chiedono riconoscimento Lingua dei Segni

di Daniela Lauria |17 Novembre 2014 15:07

Il Coro dei segnanti dell’Accademia Europea Sordi Onlus esegue l’Inno Nazionale (Foto Ansa)

ROMA – Sciopero della fame per far valere i diritti dei sordi. E’ quanto chiede l’Ente Nazionale Sordi (Ens) che a partire da martedì mattina organizza un sit-in di protesta di fronte a Montecitorio: già la scorsa settimana avevano manifestato davanti al Parlamento. Chiedono che venga finalmente riconosciuta in Italia la Lingua dei Segni (Lis). Prossima tappa una manifestazione nazionale a Roma, fissata per il 20 novembre.

Martedì una delegazione dell’associazione, fondata 82 anni fa, verrà accolta dal presidente della Commissione Affari Sociali della Camera, Pier Paolo Vargiu, che ha già promesso:

“Siamo pronti a calendarizzare la legge per il riconoscimento della Lingua dei Segni in Commissione qui alla Camera non appena sarà approvata dal Senato”.

Un anno fa, infatti, ad ottobre 2013 è stata presentata la Proposta di Legge “Disposizioni per la rimozione delle barriere della comunicazione, per il riconoscimento della LIS e per la promozione dell’inclusione sociale delle persone sorde”. Il testo, a prima firma del senatore Giorgio Pagliari (Pd) è stato assegnato alla Commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama ma l’esame ancora non è iniziato.

“Il tema della piena integrazione sociale e produttiva dei sordi – sottolinea Vargiu – appartiene alla sfera dei diritti di cittadinanza, sui quali è indispensabile non abbassare la guardia neppure per un attimo”.

Durante la scorsa legislatura il Senato aveva approvato un disegno di legge in materia, ma le Camere sono state sciolte prima del via libero definitivo da parte di Montecitorio. Giuseppe Petrucci, presidente nazionale Ens, sottolinea:

“Riconoscere la Lingua dei Segni significa poterla utilizzare in ambito scolastico, universitario, giudiziario o negli uffici pubblici, quindi significa anche riconoscere l’uguaglianza di tutti i cittadini e garantire inclusione sociale.

Rappresento 43.000 persone sorde. Per il riconoscimento dei loro diritti, da martedì scorso, non tocco cibo e non lo toccherò finché non avremo risposte”.

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