ROMA – Chi sono gli esclusi eccellenti e le sorprese nella lista dei sottosegretari del governo Conte 2? Lo spiega Paolo Molinari sull’Agi, partendo dal caso di Stefano Buffagni, dato certo per il ministero dell’Economia e delle Finanze in qualità di sottosegretario, “dirottato” allo Sviluppo Economico come vice ministro.
Sottosegretari: Martina è l’escluso eccellente del Pd.
Ma tra gli esclusi Pd il nome più ‘pesante’ è sicuramente quello di Maurizio Martina, ex segretario ed ex ministro dell’Agricoltura, anche lui alla seconda esclusione dopo che il suo nome era circolato durante la fase delle trattative per gli incarichi dei ministri. Il compito più difficile lo ha avuto, tuttavia, Luigi Di Maio: il Capo Politico del M5s ha voluto procedere alla scelta dei sottosegretari con metodo democratico, incaricando i presidenti delle commissioni di Camera e Senato di fornire una rosa di cinque nomi ciascuno.
E questo per rispondere alla richiesta di trasparenza arrivata dagli eletti. Ma l’elenco arrivato sul tavolo del ministro degli esteri contava, alla fine, più di 75 nomi a fronte delle 22 caselle inizialmente previste per M5s. Di qui la difficoltà a bilanciare esperienza e ‘facce nuove’ superata solo a tarda notte. Naturale, quindi, la presenza di esclusi eccellenti, da Emilio Carelli (il nome del quale era circolato come sottosegretario con delega all’Editoria) all’ex ministra della Difesa Elisabetta Trenta.
M5s ha più poltrone del Pd.
Il bilancino della squadra di governo pende a favore del M5s, come era prevedibile per la forza che ha più peso elettorale nella compagine del’esecutivo. Ma il partito Democratico può dirsi soddisfatto: 18 sono i sottosegretari e tra questi Andrea Martella, uomo di fiducia del segretario Nicola Zingaretti, a cui è stata assegnata la delega ‘pesante’ dell’Editoria.
E un’altra delega di peso, quella delle telecomunicazioni, potrebbe andare allo zingarettiano Gian Paolo Manzella, anche se la partita – dicono dai Cinque Stelle – vede in campo anche Stefano Buffagni. Colpaccio anche per Leu che, oltre al ministro della Salute, esprime con Cecilia Guerra anche un sottosegretario all’Economia.
Nel Pd buon risultato per i renziani.
Dentro al Pd possono festeggiare anche le file renziane che esprimono, tra ministri e sottosegretari, otto esponenti. E tuttavia tra i fedelissimi dell’ex premier filtra insoddisfazione per l’assenza di esponenti toscani, tanto che Simona Bonafè, Francesco Bonifazi e Dario Nardella ipotizzano si tratti di una vendetta contro Renzi consumata ai danni della loro regione.
Un modo, spiegano fonti parlamentari della maggioranza Pd, per mantenere le mani libere e non apparire troppo organici alla maggioranza e al governo. Ma c’è anche chi attribuisce il nervosismo delle file renziane ad un certo ‘sfilacciamento’ dell’area che fa capo al senatore fiorentino. Tra i cinque sottosegretari che vengono attribuiti all’area Renzi, “solo tre sono riconducibili direttamente” all’ex premier, viene sottolineato, “mentre gli altri due sono stati indicati da Base Riformista”, l’area che fa capo a Luca Lotti e Lorenzo Guerini.
E, oggi, alla domanda se ci sarà la tanto temuta scissione renziana, la risposta di Guerini è suonata come una presa di distanza da quel progetto: “Mi auguro che Matteo, che è una grande personalità della politica italiana e del Pd, continui a essere una grande personalità del Pd”.
Ma spostamenti e sostituzioni di caselle ci sono stati anche in casa dem dove la delicatezza delle elezioni umbre, il prossimo mese, hanno consigliato di non toccare il commissario Pd, Walter Verini, accreditato inizialmente per la Giustizia. E dove il deputato Emanuele Fiano ha visto sfumare ancora una volta la possibilità di far parte della compagine di governo, con un incarico al ministero dell’Interno, idea accarezzata anche al momento della scelta dei ministri. (Fonte Agi).