Souad Sbai: “Da Fini insulti e minacce. Fli partito amico di Vendola e senza democrazia”

Souad Sbai

Il suo transito in Futuro e Libertà è durato un battito di ciglia ma Souad Sbai ne ha un ricordo vivido. E non positivo. La deputata marocchina, la prima a completare il viaggio andata e ritorno che porta da Berlusconi a Fini e da Fini a Berlusconi sceglie le colonne “amiche” del Giornale per raccontare di un colloquio con il presidente della Camera. Colloquio, sottolinea, in cui si è sentita “peggio di una mosca sul vetro” per colpa del tono “aggressivo e minaccioso” del leader del Fli.

Qualche giorno prima, spiega invece la deputata, nell’accogliere la decisione di abbandonare il Pdl, Berlusconi “che avrebbe dovuto avere rancore” fu comprensivo: “Rispetto la tua scelta, continuo a stimarti per le battaglie che fai e qualsiasi cosa di cui avrai bisogno io ci sarò”.

Le ragioni del ritorno nell’ovile del Pdl la Sbai le riassume così: “Sono tornata la prima volta che abbiamo votato contro il governo. Mi ero già accorta che la strada che stavano prendendo alcuni era di aggressività mai vista contro Berlusconi. E un odio da parte di Fini, un rancore, una rabbia, più personale che politica. Di fronte a quell’imposizione, decisi di non accettare”.

Il Fli raccontato dalla Souadi è una sorta di Soviet: “Granata e altri iniziarono a dire: alleiamoci con Vendola, stiamo con il Pd.”. E ancora: “Non c’era libertà, non mi sentivo libera, Bocchino decideva per te, Granata decideva per te. Quando fu il momento di votare il capogruppo, ad esempio, in 14 volevamo Moffa, ma poi Bocchino fu imposto dall’alto”.

Quindi il racconto dell’incontro con Fini in cui la Souadi gli comunica la decisione di tornare nel Pdl: “Fini mi chiese se volevo andare in un partito che tratta le donne come prostitute”.

“Mi propose – spiega la deputata -di andare nel gruppo misto o di dimettermi. Ma io gli risposi che un partito già ce l’avevo, ed era il Pdl”. A quel punto, prosegue la Sbai, “mi ha trattata in un modo non gentile, senza rispetto. Non vedevo l’ora di uscire da quella stanza”.

L’ultima parola rivolta da Fini alla Sbai, secondo la deputata “è stata orribile”. Ma la diretta interessata non spiega se si sia trattato di un insulto, e di che tipo: “Non commento, è la mia parola contro la sua. Avevo una stima altissima di questa persona, è crollato tutto. Spero che dopo quest’intervista non faccia veto sulle mie proposte sull’immigrazione. Mi espongo dalla mattina alla sera per il mio lavoro”.

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