ROMA – Tagli per poco più di 4 miliardi nel 2012 da farsi sotto la guida del Commissario Enrico Bondi. La spending review del governo Monti prende forma dopo un Consiglio dei ministri durato diverse ore. Arrivano i tagli ai ministeri. Se i tagli serviranno a evitare l’aumento dell’Iva a ottobre, però, non è dato saperlo con certezza. Il comunicato ufficiale del governo, infatti, sul punto non si sbilancia oltre un condizionale: “Potrebbero”.
Monti e l’Ici. “Sdegno nei confronti di chi vuole candidarsi alla guida di un paese e giustifica l’evasione fiscale. E poi un errore abolire l’Ici”. Comincia così Mario Monti – con un attacco neanche così velato a Beppe Grillo che in giornata aveva difeso la scelta di non pagare le tasse – la conferenza stampa successiva al consiglio dei ministri che ha varato un decreto legge per la nomina di un commissario straordinario “per definire il livello di spesa per l’acquisto di beni e servizi”. Commissario che risponde al nome di Enrico Bondi, ex risanatore dei conti Parmalat, uscito dopo il passaggio dell’azienda ai francesi di Lactalis a seguito dell’opa.
“L’Ici non andava abolita, oggi c’è necessità di recuperare il tempo perduto. Se all’Imu si preferisce una patrimoniale il governo è pronto a valutare un’alternativa”, ha proseguito Monti facendo intendere che esistono poche strade per ridurre il debito pubblico e criticando indirettamente il precedente esecutivo Berlusconi, che aveva deciso di eliminare l’imposta sugli immobili.
I taglia ai ministeri. Ammonteranno a 4,2 miliardi i tagli di spesa che il governo intende programmare per il 2012 con la spending review. L’importo non sarà contenuto in un provvedimento ma viene calcolato definendo gli interventi previsti per quest’anno. E, precisa il governo, i tagli “potrebbero” impedire l’aumento di due punti dell’Iva previsto per ottobre.
Il commissario. Arriva una commissario per la razionalizzazione della spesa sugli acquisti di beni e servizi, nell’ambito del piu’ ampio capitolo della spending review: il governo ha deciso, su proposta del ministro Piero Giarda, che sarà Enrico Bondi. Già commissario straordinario di Parmalat dopo il crac Bondi ha la fama di “risanatore di aziende”.
Il Consiglio dei Ministri, di fatto, approva un decreto legge, di 14 articoli, che prevede l’istituzione del ”Commissario per la razionalizzazione della spesa per gli acquisti di beni e servizi”. Per la nomina formale di Bondi occorrerà invece un decreto del presidente del Consiglio dei Ministri che dovrà fissare, la durata della carica e il nome del commissario, che però è già stato identificato e deciso dal Consiglio.
L’incarico, che non potrà durare per più di un anno, sarà focalizzato solo su un settore della spesa pubblica, quello dell’acquisto di beni e servizi: Bondi avrà molti poteri ma sarà un attuatore delle decisioni politiche per uno dei settori specifici su cui interviene la spending review le cui deleghe sono del ministro Piero Giarda che lo ha proposto.
”Per quanto riguarda gli aiuti alle imprese, il Consiglio dei Ministri ha conferito al Professor Francesco Giavazzi l’incarico di fornire al Presidente del Consiglio e Ministro dell’Economia e delle finanze e al Ministro dello Sviluppo, delle infrastrutture e dei trasporti analisi e raccomandazioni sul tema dei contributi pubblici alle imprese”. Lo afferma il premier, Mario Monti, durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi. Inoltre il Cdm ha conferito a Giuliano Amato l’incarico di fornire al premier analisi e orientamenti sulla disciplina dei partiti per l’attuazione dei principi di cui all’art.49 della Costituzione, sul loro finanziamento nonche’ sulle forme esistenti di finanziamento pubblico, in via diretta o indiretta, ai sindacati
Il “cacciavite e il bisturi” dei partiti. Prima ancora che la spending review prendesse forma, invece, dai partiti erano piovute richieste di “tagli selettivi” che risparmiassero questo o quel settore della spesa pubblica. Per il Pd, Pierluigi Bersani ha chiesto di tenere fuori la scuola: “Non credo che ci siano margini per toccare la scuola nell’ambito della spending review. Forse si può parlare di riorganizzazione ma non di tagli, altrimenti ci diamo altre mazzate e pregiudichiamo la crescita”. Bersani ha quindi esortato a usare il “cacciavite” per i tagli al settore Difesa. Posizione diversa a quella del Pdl, espressa da Fabrizio Cicchitto, secondo cui il settore chiave da tenere fuori dai tagli è quello della sicurezza. “E’ chiaro che bisogna usare il bisturi e non l’accetta – sottolinea il capogruppo Pdl alla Camera – Mentre possono essere ridimensionate le spese inerenti il personale amministrativo, è necessario prestare molta attenzione a non tagliare le spese per quanto riguarda la sicurezza in quanto tale: quello che sta avvenendo in questi giorni, infatti, sta dimostrando che c’e’ una emergenza sicurezza rispetto alla quale i cittadini non possono essere lasciati da soli”.
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