ROMA – Prosegue la “dieta Monti”: istruzione, Difesa, interni, giustizia sono i settori che dovrebbero subire più tagli secondo la “spending review” (revisione della spesa) che sarà annunciata nei prossimi giorni dal ministro Piero Giarda. Questa cura dovrebbe servire, nelle intenzioni del governo, a tagliare le spese ritenute inutili o perlomeno superflue. La curiosità è dettata proprio dal cercare di capire quali saranno i settori maggiormente colpiti. Il Corriere della Sera ha pubblicato una tabella che spiega chi sarà a dover compiere i maggiori sacrifici.
Un incontro tra Giarda e Monti ci è già avvenuto e lo stesso ministro per i rapporti col Parlamento ha espresso al premier le perplessità che arrivano da alcuni dicasteri. Difesa, Interno, Giustizia, Istruzione ed Esteri hanno inviato la loro relazione sulla spesa e giudicano impossibile il taglio ai loro bilanci argomentandola col fatto che i tagli effettuati negli scorsi anni hanno portato al limite le strutture. Alcuni dicasteri minacciano l’impossibilità di ratificare alcuni accordi internazionali se ci saranno altri “dimagrimenti” ai finanziamenti.
Taglio da 20-25 miliardi
Quello dei 20-25 miliardi, scrive Antonella Baccaro sul Corriere, è l’obiettivo dichiarato da Mario Monti. Si cercherà ad esempio di eliminare i doppioni: ad esempio i sistemi informatici saranno ridotti a uno per ogni ministero. Altro capitolo di spesa riguarda l’affitto di edifici: se gli enti usassero quelli pubblici rimasti sfitti anziché prenderne in uso di nuovi, il governo ha stimato che potrebbero essere risparmiati circa 10 miliardi.
Comunità montane
Prosegue la Baccaro che nel mirino del governo sono finite le comunità montane e altre autorità e consorzi. Da un loro taglio si potrebbero recuperare 4-5 miliardi.
Sanità
Altro obiettivo, spiega Baccaro, è quello di uniformare i costi della sanità in tutte le regioni. Per fare questo, il progetto di Monti passa attraverso il Consip, il consorzio che dovrebbe occuparsi di centralizzare gli acquisti della pubblica amministrazione.
Ma, sottolinea Baccaro, non tutti i ministeri accetteranno di buon grado i tagli: il ministero degli Esteri, ad esempio, guidato da Giulio Terzi di Sant’Agata, rileva che, a fronte di questa riduzione drastica di fondi, non si coglie il necessario sforzo di razionalizzazione delle spese inutili.
Allo stesso modo, anche il ministero degli Interni, guidato da Annamaria Cancellieri, sarebbe apparso restio a ritoccare la propria struttura, ad esempio, riducendo il numero delle Prefetture o razionalizzando le spese per le carceri. Quanto alministero della Difesa, il generale Giampaolo di Paola, sarebbe rimasto freddo rispetto alle richieste di comprimere alcune spese di apparato, come quelle di sorveglianza del territorio che in alcuni casi apparirebbero come una duplicazione del servizio svolto da altri corpi, o quelle delle caserme.