Squinzi: “Cuneo fiscale va tagliato, costo del lavoro oltre la media Ue”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Ottobre 2013 - 09:25 OLTRE 6 MESI FA
Squinzi: "Cuneo fiscale va tagliato, costo del lavoro oltre la media Ue"

Giorgio Squinzi (Foto LaPresse)

ROMA – “E’ necessario tagliare il cuneo fiscale e riallineare il costo del lavoro in Italia ad una media europea”. Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, chiede al governo di investire almeno 10 miliardi nel taglio del cuneo fiscale-contributivo che pesa sul costo del lavoro per le imprese e le buste paga degli italiani. Le parole di Squinzi richiamano l’incontro con il premier Enrico Letta, che ha confermato nella legge di Stabilità il cuneo fiscale reale al 52,9%.

Squinzi ha detto: “Si può senz’altro cercare di trovare nelle pieghe del bilancio dello Stato questa quantità perché è assolutamente necessario per riallineare il costo del lavoro nel nostro Paese ad una media europea dalla quale negli ultimi anni ci siamo decisamente allontanati”.

 

Parlando del cuneo fiscale, Squinzi ha spiegato che il cuneo reale al 52,9% è “la percentuale più elevata tra i Paesi sviluppati con l’eccezione del Belgio, e quello che fa salire in modo particolare questa percentuale sono una serie di oneri aggiuntivi come l’Irap, che è una vera tassa iniqua sul lavoro, il Tfr, anche la situazione Inail”.

Squinzi spiega che nella soluzione che, con la fiducia al governo Letta, ha portato ha superare la crisi politica dei giorni scorsi “ci crediamo, ed abbiamo espresso vigorosamente la nostra opinione: in questo momento l’instabilità nel nostro Paese creererebbe danni ulteriormente drammatici per l’economia”. Il leader di Confindustria spiega che il il protrarsi di una instabilità sarebbe costato un punto di Pil l’anno.

“Il fatto di aver trovato una composizione, e io mi auguro la capacità e la forza di andare avanti, con una stabilità che dobbiamo assolutamente cercare mi conforta”, ha aggiunto il leader degli industriali, parlando del governo. Più in generale, anche per dare una risposta ai giovani ed ai disoccupati, “questo Paese deve ritrovare la crescita. Va ritrovata assolutamente, e non basta aspettare il miglioramento della congiuntura internazionale per trovare una crescita vera, bisogna che anche noi si sia capaci di modificare uno status quo nel quale ci siamo adagiati negli ultimi 20 anni, e che ci condannerà anche nel caso di un cambiamento del clima economico internazionale ad una crescita da prefisso telefonico”. Dobbiamo invece, avverte Squinzi, “ritrovare una crescita forte del minimo il 2% anno, così troveremo anche lavoro, si creerà occupazione”.

Il presidente di Confindustria ha poi aggiunto: “La mia interlocuzione con chi ci governa, a partire dal Presidente della Repubblica, passando al presidente del Consiglio ed a tanti ministri è assolutamente di collloquio, e l’impressione che ci capiamo è senz’altro molto buona. Ma se non ci sono poi risultati è perché un po’ il sistema del nostro paese soprattutto dal punto di vista politico è ingrippato, serve un po’ di lubrificante. Bisogna mettere mano veramente ai problemi veri”.

Servirebbe, dice Squinzi, “un olio un po’ aggressivo per disincrostare una serie di meccanismi e di freni che si sono accumulati nel nostro Paese”.