Statali, Monti rinvia. Chi non si sposta?Licenziato, norma mai applicata

Elsa Fornero (foto Lapresse)

ROMA – Lo statale che rifiuta di trasferirsi va licenziato, questa norma esiste da novembre ma finora non è stata mai applicata.

Adesso tre milioni e mezzo di dipendenti pubblici sono appesi a un filo: la nuova riforma del lavoro targata Fornero potrebbe riguardare anche loro, l’articolo 18 rivisto – se e quando le nuove norme saranno approvate- potrebbe chiamarli in causa.

Per ora è tutto rinviato.

“Con riguardo al settore del lavoro pubblico”, si legge nel documento del Cdm, “eventuali adeguamenti alle disposizioni del presente intervento saranno demandati a successive fasi di confronto”.

In realtà un dipendente pubblico può già essere licenziato già dal novembre dell’anno scorso, come prevedeva la legge di stabilità approvata dal governo Berlusconi.

Uno statale può essere licenziato, se non per giusta causa o giustificato motivo o un licenziamento disciplinare, quando per tre volte rifiuta il trasferimento che gli è stato comunicato” per motivate esigenze di servizio, dopo aver subito per due volte la sanzione della decurtazione dello stipendio, la terza volta può essere licenziato”, spiega il Corriere della Sera.

C’è una differenza con la riforma dell’articolo 18 del governo Monti: quella del novembre scorso è una misura a carattere sanzionatorio, legato a chi si rifiuta di muoversi.

Con il testo Monti-Fornero invece i dipendenti privati possono essere “espulsi” al ritmo di 4 ogni 120 giorni “per motivi economici”, senza reintegro.

Allora, perché per i privati sì e per gli statali no?

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