Lo Stato possiede 128 miliardi di immobili ma spreca un miliardo in affitti

ROMA – Stato italiano, ha 128 miliardi di immobili ma spreca un miliardo in affitti. A 128 miliardi, infatti, ammonta il patrimonio immobiliare tra palazzi, case, caserme, fabbricati rurali e “opere destinate al culto”. Una fortuna, notano Federico Fubini e Roberto Mania su Repubblica, superiore a quello dei cinque uomini più ricchi del pianeta, tra cui Bill Gates, Carlos Slim e Warren Buffett.

Uno Stato ricchissimo, quindi, ma anche sprecone, dal momento che butta, appunto, un miliardo di euro all’anno per pagare gli affitti di sedi e uffici. Anche perché le proprietà del Demanio non sono note al Tesoro, che quindi non può pensare a dove fare risparmi e tagli.

Spiegano Mania e Fubini:

“A dire il vero, tutto era partito con le migliori intenzioni. Negli ultimi anni il Tesoro ha avviato un’indagine sul patrimonio della pubblica amministrazione. Si legge nell’ultima edizione, pubblicata (molto in sordina) un paio di mesi fa: «La conoscenza sistematica e puntuale degli attivi del patrimonio pubblico rappresenta un elemento indispensabile per orientare le decisioni di politica economica», cioè per la «valorizzazione» e la «redditività». E ancora: «La gestione efficiente del patrimonio pubblico può svolgere un ruolo importante per il contenimento del deficit e la riduzione del debito pubblico». Di lì il censimento: a tutte le amministrazioni è stato chiesto di registrare i propri beni al sole, immobili e terreni, su un portale del Tesoro”.

Peccato che soltanto il 60% delle pubbliche amministrazioni abbia comunicato l’ammontare del proprio patrimonio immobiliare. Nemmeno Palazzo Chigi l’ha fatto, se non per il 10% degli uffici coinvolti.

A comunicare i dati sono stati tutti i ministeri e le quattro Agenzie fiscali, solo il 59% degli enti locali, tutti gli enti previdenziali, cioè Inps e Inail.

Spiegano Mania e Fubini:

Altro che trasparenza. La pubblica amministrazione italiana continua a adorare l’opacità, i chiaroscuri dietro i quali possono proseguire inefficienze, clientele, abusi, sprechi. E dire che comunicare le proprie proprietà al dipartimento del Tesoro sarebbe stato un obbligo di legge(..). Norma scritta dal governo e dal governo violata, come altre volte. Uno Stato reticente. Che non paga nemmeno l’affitto in molti casi. Uno Stato, infatti, scandalosamente moroso: solo nel bilancio dell’Inail (l’Istituto nazionale delle assicurazioni), con un ingente patrimonio di immobili da 4 miliardi di euro, mancano ogni anno all’appello circa 30-40 milioni di euro (erano oltre il doppio qualche anno fa) per canoni di locazioni da parte dei ministeri o altri uffici pubblici. Così che ogni anno l’Istituto deve presentare una diffida per evitare che il tutto cada in prescrizione”.

 

Uno spreco di risorse pubbliche, sottolineano i cronisti di Repubblica.

“Stime private, parallele a quella della Ragioneria, indicano che il valore totale del patrimonio immobiliare pubblico sia intorno ai 400 miliardi di euro. L’Istituto Bruno Leoni ha calcolato che il valore degli immobili pubblici «potenzialmente liberi», quindi non necessari ai fini istituzionali né affittati ad altri, ammonti a 42 miliardi di euro, più di 2,5 di Pil. Sono cifre enormemente più grandi di quei dieci miliardi che servono per tagliare l’Irpef che pesa sulle buste paga dei lavoratori dipendenti”.

Il 60% della pubblica amministrazione italiana possiede 1,5 milioni di immobili: 634 mila unità immobiliari, per una superficie complessiva di oltre 300 milioni di metri quadri, e 875 mila terreni per una estensione di circa un milione e 700 mila ettari.

Nonostante questi numeri lo Stato, i suoi organi costituzionali e gli enti locali affittano gli uffici, per un totale di un miliardo di spesa in locazioni. Spesso pagati facendo “debiti fuori bilancio”, dal momento che non ci sarebbero i soldi.

Come per la Camera dei deputati, che ha firmato con l’imprenditore Sergio Scarpellini, scrivono Mania e Fubini,

“un contratto-capestro (a nulla alla fine sono valsi i tentativi del M5S di abrogarlo) per affittare per nove anni, rinnovabile per altri nove, senza possibilità di recesso, alcuni palazzi nel centro di Roma da destinare ai parlamentari. Il tutto per oltre 20 milioni l’anno.

Con la spending review in corso, il commissario Carlo Cottarelli, ha indicato un obiettivo rigoroso: scendere nell’arco di quattro anni da un miliardo di spesa per affitti a 80 milioni. Una riduzione del 92,7%. Ci sarà la volontà di farli, fra burocrati e politici? Solo per dare un’idea della portata dei progressi in corso, nell’ultimo anno il calo del monte locazioni è stato di circa lo 0,1%. Forse lo 0,2%. Di qui al 92,7% la strada non si presenta breve né in discesa. Soprattutto se lo Stato immobiliarista continua a privilegiare l’opacità”.

 

Stato italiano, ha 128 miliardi di immobili ma spreca un miliardo in affitti
La tabella di Repubblica sul patrimonio immobiliare dello Stato italiano

 

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