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Tagli agli stipendi dei parlamentari, la commissione getta la spugna

di Maria Elena Perrero |4 Aprile 2012 13:15

ROMA – Troppa burocrazia: la commissione che doveva limitare gli stipendi di parlamentari e amministratori pubblici getta la spugna. La commissione di professori presieduta da Enrico Giovannini non ce l’ha fatta ad adeguare le retribuzioni del pubblico a quelli dati nel resto dell’Unione europea.

Presentando il rapporto finale del lavoro del 2011, la commissione ha spiegato:  “Nonostante l’intenso lavoro svolto nei mesi scorsi, i vincoli posti dalla legge, l’eterogeneità delle situazioni riscontrate negli altri paesi e le difficoltà incontrate nella raccolta dei dati non hanno consentito alla Commissione di produrre i risultati attesi”.

Tra l’altro, si segnala, ”solo in nove casi su 30 è possibile stabilire una buona corrispondenza tra le istituzioni e gli enti italiani” da esaminare (dalle Camere, alle authority, dalla Corte costituzionale, agli enti locali) ”e quelle di tutti e sei i Paesi” europei scelti per il raffronto. Inoltre ”per nessuno dei nove enti in cui si è trovata una corrispondenza è stato possibile acquisire, per tutti e sei i paesi i dati necessari, né dati con la precisione richiesta, né comunque dati ragionevolmente affidabili sotto il profilo statistico”.

”Nessun provvedimento – si avverte – può essere assunto dalla Commissione per i fini previsti dalla legge”. La normativa prevedeva di individuare un livello retributivo europeo, da porre come limite massimo agli stipendi italiani in organi ed enti dello Stato. Ma questo, dicono dalla commissione, non si è rivelato possibile.

”Alla luce dell’esperienza maturata e delle evidenti difficoltà incontrate nello svolgimento dei propri lavori la commissione ritiene dunque doveroso rimettere il mandato ricevuto. Il presidente della commissione, indicato dalla legge nel presidente dell’Istat, rimane necessariamente in carica. Qualora il Governo ritenesse che la commissione debba proseguire nei suoi lavori – si legge nel comunicato – lo si invita ad esprimere tempestivamente il proprio orientamento, anche procedendo ad una nuova nomina dei suoi membri”.

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