ROMA – Legge per abolire i finanziamenti ai partiti: pensata da due (Gaetano Quagliariello e Dario Franceschini), avversata da molti, anche nel governo.
Le cronache del giorno dopo raccontano che il ddl governativo che punta ad abolire i finanziamenti ai partiti non piace praticamente a nessuno. Non piace a Beppe Grillo e al M5s che lo hanno definito una “legge truffa”. E va beh. Ma non piace nemmeno a molti ministri e a moltissimi dentro Pd e Pdl che, in teoria, sono i partiti della maggioranza.
Durante il Consiglio dei ministri di ieri, racconta Marco Galluzzo sul Corriere della Sera, diversi ministri, tra cui Emma Bonino, Mario Mauro ed Enzo Moavero Milanesi si sono messi di traverso. A scaldare gli animi soprattutto la possibilità di erogare il 2 per mille ai partiti anche se non espressamente richiesto dal contribuente nel 730 (ovvero che se uno non sceglie di finanziare questo o quel partito e lascia la casella in bianco comunque il 2 per mille Ire va ripartito tra movimenti, partiti e l’erario. E quest’ultimo può ripartirlo a sua volta tra i partiti). Altro punto di scontro il tetto massimo ai contributi che un privato può destinare a partiti o movimenti. Ovviamente il Pdl, che senza finanziamenti ai partiti potrebbe contare soprattutto sulle ampie casse di Silvio Berlusconi, su questo punto ha storto il naso.
Alla fine il ddl viene approvato con la formula “salvo intese”, significa che il testo discusso non è quello definitivo e che quasi sicuramente verrà modificato, già prima dell’approdo in Parlamento.
Ma ancora di più di ministri e alte sfere dei partiti, ad essere scesi sul piede di guerra dopo l’annuncio di questo ddl sono i funzionari di partito. Molti nel Pd sostengono che senza finanziamenti pubblici il partito morirà. E anche nel Pdl gli animi non sono sereni.
Sul Corriere della Sera viene raccontata la furia del tesoriere del Pdl Maurizio Bianconi che ieri si è attaccato al telefono in preda all’ira, urlando e sbraitando.
Si legge sul Corriere:
“Ma questi qua non si rendono conto, non lo hanno mai visto un partito da 10-12 milioni di voti. Io qui ho i commercialisti, gli avvocati, i giornalisti che lavorano per noi… Li dovrò mandare via. Ci affideremo alla Madonna di Medjugorie…». Urla e sbraita al telefono il tesoriere del Pdl
Partiamo dal 2 per mille da destinare ai partiti: “Questa è una vera bischerata…Lei come si chiama? Rossi, Bianchi? Bene, pensi al suo Modello Unico sul quale metterà una croce sul partito che più l’aggrada: io scriverei Pdl, ma il problema è uguale per tutti. Pensi a un piccolo centro, a un paese, ma se questa informazione va in mano a uno del partito avversario?”.
Un’altra “bischerata”, secondo il tesoriere del Pdl, riguarda poi l’idea di chiedere al Demanio le sedi per i partiti:”Qui siamo addirittura all’Unione Sovietica. Voglio vedere quando litigheremo: “Quanti metri a te? Quanti a me?”. Oppure: “Qui c’è il sindaco Tizio che i comunisti li mette di qua, i fascisti di là e il Movimento Cinque Stelle lo manda in piazza. E come si contano i metri quadrati? Con i voti?”.
I commenti sono chiusi.