Il polverone alzato dal Giornale, e ripreso da Libero, sulla casa donata dalla contessa Anna Maria Colleoni ad An per la “buona battaglia”, e invece divenuta residenza del cognato di Gianfranco Fini, Giancarlo Tulliani, sta suscitando non poche polemiche. A parlare in un intervista, riportata da entrambi i quotidiani, è Francesco Storace, leader della Destra, ed ex appartenente ad An.
Storace ha dichiarato di stare valutando una class action assieme ad Assunta Almirante per revocare l’eredità a Fini, e “per capire se qualcuno si è approfittato della disponibilità dei beni”. Il segretario della Destra, che per anni ha militato nelle file di Alleanza Nazionale, ha sostenuto di aver provato “grande amarezza”, anche se aggiunge: “Fini ci ha abituato a queste cose. Ora si proclama moralizzatore e campione di legalità, ma poco tempo fa difese il diritto di Cuffaro a rimanere governatore nonostante una codanna per vicende legate alla mafia”.
Ciò che Storace contesta non è la decisione di vendere un bene del partito da parte del segretario, ma la trasparenza con cui queste pratiche amministrative devono essere svolte: “Tutto deve avvenire con la massima chiarezza e trasparenza. E mi sembra che in questo caso manchino entrambe. Questa è davvero una brutta storia, mi sembra la P4!”.
Sulla rottura che appare sempre più inevitabile Storace dichiara a Libero: ” Ormai una separazione è nell’ordine delle cose. Bisogna solo vedere in che modo avverrà. Berlusconi può fare un documento politico per dire che chi non si riconosce nelle sue posizioni è fuori dal partito”. E aggiunge che a seguire il presidente della Camera saranno “Pochissimi. Oserei dire non più di quattro o cinque deputati. Comunque a quel punto senza Fini cambia lo scenario politico e sarebbe meglio tornare alle urne”.
Le parole di Storace, che è stato accanto a Fini nelle battaglie politiche per anni, descrivono una situazione politica evidentemente instabile, e ben si accordano con l’attacco mediatico del Giornale e di Libero, che nulla risparmiano ad un uomo che da grande alleato di Berlusconi, è divenuto suo primo oppositore interno. C’è da chiedersi se sia un caso che tutta questa attenzione negativa sul presidente della Camera arrivi nel momento in cui la rottura con il Pdl è vicina, dato che altre volte Fini è stato oggetto delle inchieste del Giornale, inchieste che lo hanno visto coinvolto giusto un paio di giorni, con tanto di scuse dell’alleato politico Berlusconi per l’indisciplina dimostrata da Feltri, scuse che questa volta, forse, non arriveranno.